Carlo Collodi, il papà di Pinocchio

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di Francesca Radaelli

Il 26 ottobre 1890 muore a Firenze Carlo Lorenzini, diventato famoso in tutto il mondo con lo pseudonimo di Carlo Collodi. Collodi è una piccola frazione di Pescia, paese in provincia di Pistoia, a cui lo scrittore fu particolarmente legato durante l’infanzia. Tanto da firmare così tutte le sue storie per bambini. Il papà di Pinocchio, il burattino più celebre del mondo, però,

prima di pubblicare il romanzo cui è oggi maggiormente legata la sua fama fu un giornalista, oltre che uno scrittore, diresse diversi giornali dell’epoca e soprattutto fu un vero e proprio intellettuale del Risorgimento: combatté da volontario nel corso della Prima e della Seconda guerra di indipendenza. Dopo aver scritto una traduzione di fiabe francesi e alcuni libri e racconti per l’infanzia poi adottati con entusiasmo dalla scuola italiana, nel 1881 iniziò a pubblicare a puntate, sul “Giornale per i bambini”, uno dei primi periodici per l’infanzia in Italia, ‘La storia di un burattino’.

Una storia in cui tutto comincia da un pezzo di legno. E, forse un po’ inaspettato, arrivò il grande successo. piccoli lettori si appassionarono ben presto alle avventure del burattino di legno creato da mastro Geppetto, alle sue bugie e al suo naso che si allunga, tanto che vi fu una vera e propria sollevazione quando Collodi pubblicò quella che avrebbe dovuto essere l’ultima puntata. E che si concludeva con il povero burattino impiccato a un albero dal Gatto e la Volpe.

E allora Collodi fu costretto a proseguire con la storia, a scrivere che in realtà Pinocchio non era morto, ma si salvava grazie alla Fata Turchina, a pubblicare altre puntate, a inventarsi il Grillo Parlante, il Paese dei Balocchi e tante altre avventure fantastiche, fino ad arrivare al lieto fine che ben conosciamo e che, immaginiamo, rese ben più felici e tranquilli i piccoli lettori rispetto all’originaria brutta fine che Collodi aveva ideato per il suo burattino. pinocchio

Nel 1883 l’intero romanzo viene pubblicato in un’unica edizione a stampa con il titolo “Le avventure di Pinocchio: storia di un burattino”. La storia verrà tradotta in tantissime lingue e letta in tutto il mondo, darà origine a numerosi film, tra cui il famosissimo cartone animato di Walt Disney e il bellissimo sceneggiato di Luigi Comencini, ispirerà numerose canzoni e persino interi album (‘Burattino senza fili’ di Edoardo Bennato, ma anche il più recente ‘Pinocchio’ dei Pooh, diventato anche un musical). La trama sarà interpretata in chiave esoterica, con riferimento al fatto che lo stesso Collodi, come tanti patrioti del Risorgimento faceva parte della Massoneria, ma anche in chiave religiosa, per esempio dal cardinale Giacomo Biffi, autore del saggio ‘Contro Mastro Ciliegia’.

Oggi Carlo Collodi è sepolto nella tomba di famiglia all’interno del cimitero monumentale fiorentino di San Miniato al Monte. Nel paesino medievale di Collodi, invece, oggi sorge il Parco di Pinocchio che oltre alla monumentale statua del burattino di legno, alta ben 16 metri, ospita le sculture in bronzo dei principali personaggi del romanzo, compreso lo spaventoso Pesce Cane e una ricostruzione della mitica osteria del Gambero Rosso.

Francesca Radaelli

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