Carte scoperte

Carte scoperteAll’inizio del 2000 Mario ha poco più di sessant’anni e vive in condizioni di ordinaria precarietà, diversi anni prima ha scontato sei mesi di carcere per una truffa, ha perso il lavoro, ha divorziato e ha smesso di avere contatti con il suo unico figlio, che ha, come sua madre, una visione ristretta della vita, e non gli perdona gli errori commessi. Si adegua con difficoltà ai cambiamenti che avvengono intorno a lui, e, per sfuggire ai creditori, ha rinunciato a dichiarare la residenza e vive ospite di un’ amica di vecchia data; la sua unica fonte di guadagno è costituita dai soldi che riesce a vincere sfruttando la propria abilità nel gioco d’azzardo.

Trascorre le sue giornate fra il circolo Garibaldi, in compagnia di un gruppo di anziani con i quali condivide un attento interesse per la politica e l’attualità, e il bar del giovane Geremia, eterno laureando in filosofia con idee politiche di sinistra, verso il quale nutre un sincero affetto.

Tuttavia, si avvicina il momento delle elezioni, e l’uomo si trova a dover fare una scelta: per votare, infatti, ha bisogno di un documento di identità valido e, per poterlo ottenere, occorre avere una residenza riconosciuta. Che cosa è meglio fare, dunque, rinunciare ad esercitare il diritto di voto, oppure ritornare ad essere reperibile per i creditori attraverso un indirizzo di residenza?

Walter PozziWalter Pozzi, scrittore, insegnante di scrittura creativa ed editore monzese, prende spunto dal dilemma del protagonista per tratteggiare una serie di personaggi ben caratterizzati, attraverso gli occhi dei quali ci fa rivivere eventi storici determinanti per il nostro presente, come l’attentato alle Torri Gemelle avvenuto nel 2001, la caccia al terrorista Bin Laden, il G8 di Genova, la progressiva precarizzazione del lavoro operata dai governi che si sono succeduti in questi anni, la delusione data dal primo governo italiano di sinistra ai comunisti della vecchia guardia, l’ascesa al governo di Berlusconi e la spettacolarizzazione della politica. Domina, su tutti, la figura del padre di Mario: uomo dotato di forte personalità e validi ideali, ex partigiano, consapevole di aver fornito con le proprie scelte un contributo alla nascita della democrazia in Italia, che, seppure deluso dal modo in cui questa si è evoluta, continua a sperare nel futuro, e invita incessantemente il figlio a credere che si possa costruire un mondo diverso, “non migliore, ricorda. Diverso.”

Una commedia umana agrodolce, uno spaccato dell’Italia vista attraverso gli occhi dei nostri anziani, che rappresentano la memoria storica e che hanno un’importanza sociale di gran lunga maggiore di quella che le istituzioni riconoscono loro, in cui Pozzi ha voluto alternare approfondimento e leggerezza, proponendo ai suoi lettori , ancora una volta, un romanzo di altissima qualità.

 

Valeria Savio

 

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