di Francesca Radaelli
Un grande traguardo, da cui ripartire verso nuove, importanti sfide. È questo il messaggio arrivato dalla ‘piazza’ monzese di sabato scorso, o meglio dalla quarta edizione dell’evento “La Cooperazione scende in piazza”, promosso dal Comitato di Monza e Brianza di Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza e moderato dal direttore de Il Dialogo di Monza Fabrizio Annaro.
Il traguardo raggiunto sono i primi 100 anni di Confcooperative, festeggiati nel luogo che forse meglio si addice allo spirito cooperativo: la piazza cittadina, luogo di sosta e di passaggio. Le nuove sfide da affrontare invece si sono manifestate sin dall’inizio della giornata quando a salire sul palco allestito per l’occasione sotto il porticato dell’Arengario sono stati, per primi, i ragazzi delle scuole di Monza, chiamati a raccontare e commentare l’esperienza di alternanza scuola-lavoro che li ha visti protagonisti durante questo anno scolastico. E che per molti di loro ha costituito il primo contatto con il mondo della cooperazione.
“Questa è una giornata importante per la città di Monza”, ha sottolineato Pierfranco Maffè, assessore all’Istruzione. “La cooperazione ha fatto la storia di questo territorio, 100 anni di attività lo dimostrano, ed è bello che oggi si parta proprio dalla scuola, il vero ‘cuore’ del nostro futuro”. La presenza dei giovani in piazza è stata salutata con entusiasmo anche da Maurizio Dionigi di ATS Brianza, e da Fabrizio Pozzoli, presidente Confcooperative Cultura, Turismo e Sport – Lombardia che a sottolineato: “A chi mi chiede come sarà la cooperazione nei prossimi 100 anni dico solo questo: chiedetelo a questi giovani. Il futuro sono loro”.
“La cooperazione è bellissima: è questo il messaggio che vogliamo trasmettere ai ragazzi delle scuole”, ha spiegato Marta Battioni di La Bella Impresa, associazione nata nel 2007 in seno a Legacoop e Confcooperative, con l’obiettivo di proporre, all’interno delle scuole, dei percorsi di educazione alla cooperazione.
Proprio di alcuni di questi percorsi sono stati protagonisti gli studenti delle scuole Einstein di Vimercate, Olivetti e Mosè Bianchi di Monza che, guidati dai cooperatori delle cooperative LaFucina e Betania che li hanno seguiti nei diversi progetti – Monica Brotto, Monica Pozzoli, Tommaso Sant’agostino, Neda Ponzoni – hanno preso la parola con il compito di aprire e condurre il dibattito sulla relazione tra scuola e lavoro, e soprattutto sull’importanza di acquisire competenze trasversali per essere più efficaci in ambito professionale. Punto di partenza è stata proprio l’esperienza dei ragazzi nei progetti di alternanza scuola-lavoro, o meglio dei “percorsi per l’orientamento e le competenze trasversali”, così ri-denominati dopo le modifiche introdotte quest’anno e soprattutto i percorsi di riflessione sul tema fatti in classe, incentrati sul ruolo dell’educazione cooperativa per sviluppare competenze trasversali.
Sono stati i ragazzi della classe 5 A dell´Istituto Mosè Bianchi di Monza ad analizzare i risultati del sondaggio sui progetti di alternanza proposto a studenti, scuole e aziende. Sempre loro a chiamare sul palco i ‘colleghi’ di 4a superiore per interrogarli sulle loro personali esperienze di alternanza e tirocinio. E infine sono stati due di loro, Alban e Andrea, a guidare il dibattito finale con il pubblico, interpellando direttamente gli imprenditori, cooperatori e professori presenti.
Insomma, è stata una mattinata in cui, per una volta, la voce narrante è stata quella degli studenti. Bilancio dell’esperienza più positivo che negativo, però solo il 44% ritiene che l’esperienza sia coerente con la propria ambizione professionale futura. C’è chi, durante i giorni passati in azienda, confida di aver imparato ben poco, vedendosi assegnati compiti poco stimolanti – predisporre contratti e altri documenti, effettuare operazioni già apprese in classe. Ma c’è anche chi racconta di aver avuto l’opportunità di “fare cose che a scuola non vengono insegnate”, di aver imparato sul campo come funzionano, per esempio, le relazioni con i clienti, ma anche di aver
compreso come funziona il lavoro in concreto: “Prima non avevo idea di come funzionasse una banca, ora invece lo considero un possibile sbocco a livello professionale”, confida uno dei ragazzi intervistati.
Sono gli studenti stessi che raccontano di aver scoperto il significato del termine “competenze trasversali” grazie a un’attività effettuata in un gruppo di lavoro: “Ho capito di essere capace di usare il ‘problem solving’ quando sono riuscito a trovare una soluzione a un problema concreto, e soprattutto ho capito che è meglio sbagliare facendo che non sbagliare non facendo”, dice uno dei ragazzi sul palco. Ad ascoltarli, si capisce soprattutto che padroneggiare le competenze trasversali per questi ragazzi significa soprattutto diventare consapevoli delle proprie capacità e soprattutto potenzialità.
Fanno leva sull’acquisire consapevolezza e sulla responsabilizzazione anche i percorsi di stage presentati dai ragazzi della scuola alberghiera Olivetti di Monza, che nel corso dell’anno sono stati chiamati a partecipare all’organizzazione di eventi per enti esterni, ma anche coinvolti attivamente come ´trainer per un giorno´ in un progetto legato alla preparazione e decorazione dei cappuccini: “Abbiamo avuto il compito di insegnare la latte art ai nostri compagni delle classi inferiori, in pieno spirito cooperativo”, raccontano, mostrando le fotografie delle loro creazioni. “Abbiamo dovuto imparare a insegnare: per questo il progetto ha insegnato molto anche a noi!”. Un modo diverso di fare didattica, come ha spiegato il loro professore, chiamato a gran voce sul palco.
Infine, sulle competenze trasversali si sono cimentati anche i ragazzi dell’Einstein di Vimercate: per loro, una 2a, la sfida è stata trovare le competenze trasversali del gruppo classe. Due quelle che hanno individuato: auto consapevolezza e problem solving.
Interessanti, e a volte spiazzanti, sono state anche le domande finali rivolte ai presenti dagli ultimi ragazzi sul palco. Perché alcuni ragazzi che arrivano in azienda vengono ‘abbandonati’? Perché altri magari vengono impiegati a fare fotocopie o attività poco formative? Gli stagisti poi li assumete? Perché un ragazzo che non ha ottimi voti ha minore possibilità di scelta sulla realtà in cui fare l’alternanza?
Roberto Caspani, Rita Liprino, Daniela Riboldi, Matteo Castellani, Daniela Sala, Alice Simeoni sono i cooperatori che hanno dialogato con i ragazzi e provato a rispondere alle loro sollecitazioni, delineando una situazione complessa, in cui spesso le aziende, anche cooperative, non hanno i mezzi per supportare la presenza dei ragazzi delle scuole, ma ribadendo tutti la volontà di fare spazio ai giovani e soprattutto alle energie che i ragazzi che hanno preso la parola hanno dimostrato di avere. “Ora tocca a voi”, aveva detto Fabrizio Annaro all’inizio della mattinata cedendo il microfono e il palco ai ragazzi. Del resto, a questi giovani il mondo della cooperazione – con i suoi cent’anni – si prepara ad affidare molto più di un palco: a loro saranno affidati niente meno che i prossimi 100 anni…
Al termine della mattinata i rappresentanti delle istituzioni hanno premiato le classi delle scuole e tutti gli studenti con i cooperatori.
Hanno consegnato le targhe agli studenti del Mosè Bianchi, Olivetti di Monza ed Einstein di Vimercate: Massimilano Longo Assessore Cultura Comune di Monza, Vincenzo Di Paolo Consigliere Provinciale Monza MB, Guido Garlati Dirigente Scolastico IIS Mosè Bianchi di Monza capofila Ambito 27, Pierfranco Maffè Assessore Istruzione Comune di Monza, Massimo Minelli Presidente Confcooperative Lombardia.
Nel pomeriggio si sono svolte diverse iniziative fra le quali la ‘Visita guidata dell città reale’, a cura dell’Associazione Guidarte con la Cooperativa Sociale Betania, la Piece teatrale, a cura della Compagnia Teatrale Intrecci Teatrali, in cui l’attore Andrea Gosetti ha proposto un monologo molto apprezzato dal “pubblico passante”.
Una storia d’amore di 12 minuti, (così si titola lo spettacolo), in cui Bruno, ragazzo diversamente abile, s’innamora di Chiara. Il tutto ambientato a L’Aquila. Una perfomance, che ha avuto anche il merito di ricordare il terremoto che ha travolto L’Aquila proprio 10 anni fa, nella notte fra il 5 e il 6 aprile del 2009.
A conclusione della giornata, dopo l’assemblea dei soci, alla quale sono intervenuti Marco Meregalli coordinatore del Comitato Confcooperative di Monza MB, Giampietro Meroni Presidente Consulta Territoriale CCIAA, Alberto Cazzulani presidente Confcooperative Milano, Lodi, Monza e Brianza, c’è stato il taglio della torta per i cent’anni di Confcooperative.
Grazie all’Assemblea dei soci abbiamo scoperto che diverse cooperative brianzole sono nate anche prima del 1919, cioè hanno più di cent’anni. Anche altre cooperative del territorio hanno compiuto 100 anni. E’ il caso della Pro Desio, cooperativa nata nel 1919. Per questo record e per questa longevità, il Comitato ha deciso di assegnare una targa per l’importante traguardo realizzato.
Durante l’Assemblea, inoltre, Davide Bartezaghi, presidente della Cooperativa In-Presa di Carate Brianza, ha presentato i risultati del sondaggio sul futuro della cooperazione. I cooperatori brianzoli si sono dichiarati ottimisti sul futuro del loro lavoro. (Qui i risultati completi del sondaggio Il futuro della cooperazione).
La giornata non poteva che concludersi con una grande festa per i cent’anni di Confcooperative. Un traguardo raggiunto, e un nuovo punto di partenza.