La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre
alla fine dell’ultima c’erano vinti e vincitori
fra i vinti la povera gente faceva la fame
fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente
BERTOLT BRECHT
Non è solo un problema di povera gente, di vincitori e vinti. La guerra è totalizzante, tragedia di tutti, abbatte le classi sociali, distrugge anime, corpi e cose.
Certo, i deboli pagano il prezzo più alto, sono sicuramente più esposti. Stiamo vivendo, come sostiene Papa Francesco la terza guerra mondiale e, noi, occidente opulento non ce ne siamo neanche accorti ?
Per questo è acuta e imperdibile la mostra del Mart, il museo di arte di Rovereto e Trento: “LA GUERRA CHE VERRA’ NON E’ LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914- 2014″ è il titolo e si sviluppa tra Rovereto, Mart e Casa d’arte Futurista Depero, e Trento Civica.
Nasce da un progetto coraggioso ideato dalla direttrice del Mart, Cristiana Collu, in collaborazione con Nicoletta Boschiero e Saretto Cincinelli, più un nutrito stuolo di storici, critici, psicologi, filosofi, i cui saggi in catalogo aiutano a riflettere sul tema della guerra.
Durante la Prima Guerra Mondiale morirono 9.750.000 persone, 21 milioni furono i feriti. Teatro del conflitto, per gli italiani, furono le regioni del nord – est, Trentino e Friuli soprattutto.
La narrazione di quel conflitto (e non solo di quello) è trasversale: non è semplice ricostruzione storica, ma attualizzazione di un tema complesso e “scabroso” come la guerra presentissimo, sotto luci diverse, in moltissimi artisti.
Si rievocano situazioni e protagonisti, mentre a pochi passi ci si confronta con la ricerca di fotografici, pittori, scultori del passato e del presente.
Filippo Tommaso Marinetti, Carlo Carrà e Fortunato Depero con le loro opere e i tanti manifesti apologetici fronteggiano le quindici maxi xilografie di SANDOW BIRK sulla guerra in Iraq. Birk, a sua volta, si rifà al ciclo “LES GRANDES MISERES DE LA GUERRE” di Jacques Callot, (1633) alle quali guardò anche FRANCISCO GOYA per la realizzazione dei famosi “DESASTRES DE LA GUERRA” sulle guerra di Indipendenza spagnola.
Intrecci e rimandi nei documenti fotografici come nella sequenza della cattura e morte dell’irredentista Cesare Battisti e negli scatti del fotografo polacco JOSEF SUDEK, direttamente impegnato nel conflitto. L’arte si confronta con la storia, la politica e l’antropologia non con l’intenzione di ricostruire le guerre di ieri e di oggi in modo pietrificato o celebrativo, ma cercando di restituire tutta la complessità del tema.
Dipinti, incisioni, manifesti, cartoline, lettere, diari, fotografie, film, video documentari originali e installazioni concorrono nei tremila metri quadrati del MART a dare sostanza al progetto espositivo. In esposizione, capolavori di Giacomo Balla, Gino Severini, Max Beckmann, Marc Chagall, Osvaldo Licini, solo per fare quale nome, tutti protagonisti a vario titolo del dramma della guerra
Esattamente come Enrico Baj, Alberto Burri, Alighiero Boetti, Alfredo Jaar, e moltissimi altri sono presenti in mostra perché nella loro ricerca il tema della guerra è stato ed è ricorrente e centrale.
In occasione della mostra, sono stati restaurati rari e preziosi documenti d’archivio, manifesti della prima Guerra Mondiale provenienti dal Museo dell’Aeronautica Gianni Caproni di Trento, dal Museo civico del Risorgimento di Bologna e dalla Soprintendenza per i beni architettonici e archeologici della Provincia di Trento.
“LA GUERRA CHE VERRA’ NON E’ LA PRIMA. GRANDE GUERRA 1914-2014” RIMARRA’ APERTA FINO AL 20 SETTEMBRE DEL 2015.
Daniela Annaro