Charlie Hebdo

je suOggi prima di iniziare a scrivere questo post ho sentito Fulvio Fontana, il vignettista che collabora con noi. Al telefono mi ha confidato: “oggi è una giornata triste, avverto una ferita profonda, Charlie Hebdo è una rivista satirica, forte, dallo spirito caustico e irriverente. Si trova solo in Francia. Mi arrivava qualche volta tramite un amico che si reca a Parigi per lavoro …” 

Si possono dire, scrivere, disegnare molte cose a volte sprezzanti, irritanti, dissacranti, ma da qui alla strage … E’ terribile assistere a tragedie operate da uomini  che in nome di Dio negano  la sua stessa essenza, i suoi stessi comandi, quelli elencati appassionatamente da Benigni e che dovrebbero essere l’indiscussa, indimenticabile bussola delle religioni monoteistiche. Mai più! Ricordate? Aveva  esclamato Giovanni Paolo II durante il  Giubileo a due passi dalla Porta Santa di san Pietro.

Il Papa polacco aveva proclamato  il “mea colpa” per le orribili tragedie umane compiute  in nome di una croce che non era la croce,  ma il segno di una pazzia generata dal potere e dalle sue terribili seduzioni. Chiese perdono. not1Oggi sento l’eco di quella esclamazione e mi pare che questi efferati delitti un giorno troveranno qualcuno pronto ad invocare il perdono, il perdono della Storia.

Mi domando: come mai milioni di fratelli mussulmani non siano “scesi in piazza” oppure non abbiano indetto infinite veglie di preghiera di fronte a questo terribile disastro. Lo faranno ne sono convinto. Anche la loro coscienza è scossa, è ferita. Già si avvertono i primi segnali confermati dalla campagnia #not in my name.

Un crimine contro l’umanità. Quando  le vittime sono giornalisti,  artisti, scrittori,  la barbarie è alle porte, la ragione si è spenta. Ricordo quando rapirono Moro: gli uomini delle Brigate Rosse rimasero scioccati  dal fatto  che proletari e operai scesero  in piazza non per applaudire, ma per condannare.

profughi
Profughi

Uomini soli esaltati dalla violenza i cui effetti sono sotto i nostri occhi: un immenso esodo di disperati che fuggono dalla follia, quella che è in corso in Siria, Iraq, Libia e che riempiono i barconi arrugginiti alla ricerca di una terra promessa, una nuova patria in cui trovare  il rispetto per l’umanità. Sono le stesse vittime di quell’orrore, di quella violenza che ha sconvolto la Francia, l’Europa, il mondo.

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Sono convinto che Papa Francesco inviterà tutti gli uomini a “mobilitarsi”. Lo farà presto.

Fabrizio Annaro

 

 

 

 

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