di Marco Riboldi
Prime abbozzate riflessioni sul tema della riforma della Presidenza del Consiglio, ovvero del cosiddetto premierato, di cui, credo si parlerà a lungo. Partiamo dall’intendimento dichiarato: rendere più stabile e solido il governo, impedendo accordi post elettorali e cambiamenti di maggioranza.
A ciò si giungerebbe con la elezione diretta del Presidente del Consiglio, che avrebbe sempre e comunque il 55% dei parlamentari.
Osservazioni:
- Ogni sistema politico democratico si basa su un accurato equilibrio di poteri: avere un Presidente del Consiglio eletto direttamente e un presidente della Repubblica eletto dal Parlamento significherebbe nei fatti una maggior legittimazione popolare del controllato (il Presidente del Consiglio) rispetto al controllore ( il Presidente della Repubblica).
- Un candidato presidente avrebbe il 55% dei seggi vincendo a turno unico? Cioè avendo magari il 30% dei voti?
- Il Presidente del Consiglio comunque non avrebbe il potere di nominare o revocate i ministri, né di sciogliere le Camere.
- Infatti, se il Presidente del Consiglio si dimette o se gli viene negata la fiducia del Parlamento NON si va a votare. Viene nominato un nuovo Presidente del Consiglio appartenente alla stessa coalizione. Se questo secondo Presidente del Consiglio si dimette o se gli viene negata la fiducia, il Parlamento viene sciolto e si va a votare. Ciò significa che il secondo è molto più importante del primo e che per un buon manovratore ( per dire, un abile politico fiorentino o un duro frequentatore di Pontida) si apre una strada decisamente promettente. Con una legge del genere, un politico come Andreotti sarebbe stato presidente di Consiglio a vita.
Quindi: mi pare che la legge proposta in effetti non possa ottenere il risultato sperato. Indebolirebbe la figura del Presidente della Repubblica, si presterebbe a nuove forme di trasformismo e non sarebbe affatto un buon rimedio alle attuali difficoltà che vive il nostro sistema democratico.
Adesso aspettiamo di vedere cosa capita in Parlamento, dove mi pare evidente si stia cercando di tenere insieme la maggioranza mettendo sul piatto riforma del “premierato” (parola orribile) e autonomia differenziata, in modo da accontentare da un lato Fratelli d’Italia, dall’altro la Lega.