Christmas Harmony, uno spettacolo natalizio dalle atmosfere anni trenta

Christmas-Harmony_webdi Alessandro Arndt Mucchi

Sono pochi gli ensemble musicali più festivi di un gruppo di voci, e poche le atmosfere più natalizie di quelle create dal canto. Certo, il concerto di capodanno dei Wiener è un punto fermo per gli appassionati di musica delle feste, ma nell’immaginario collettivo c’è saldo al primo posto il coro che canta le gesta di Babbo Natale e Gesù bambino, meglio se composto da esperti della voce.

La serata del 19 dicembre scorso al Teatro Binario 7 di Monza ha offerto alla sala gremita proprio quello che ci si aspettava: un’ora e mezzo di coinvolgenti carole natalizie e temi dritti dagli anni trenta del secolo scorso, quegli anni allegri, fumosi e romantici prima della guerra. Gli Italian Harmonists sono cinque cantanti dal background classico (il coro del Teatro alla Scala di Milano) che affrontano quell’allegro repertorio reso famoso dalle Lescano, dal Quartetto Cetra, da Alberto Rabagliati e da tanti altri che in bianco e nero uniscono umorismo, eleganza e arrangiamenti swing.

Lo spettacolo del quintetto vocale (composto dai tenori Massimiliano Di Fino, Luca di Gioia, Andrea Semeraro, Giorgio Tibone, dal basso Sandro Chiri e accompagnati al pianoforte dall’arrangiatore dei brani Jader Costa) che abbiamo visto al Binario 7 era però diviso in due parti, una prima dedicata al periodo festivo nel quale siamo entrati da qualche giorno, ed una seconda con estratti dal loro repertorio abituale, e siparietti comici tratti da “Quando la radio”, il loro spettacolo per tutte le stagioni.

In effetti la differenza tra le due parti della serata si sente non poco, con una prima più sospesa e a tratti lirica (nonostante non mancassero i momenti swingati), ed una seconda più puramente comica nella quale abbiamo apprezzato anche una manciata di buffe gag ben rodate. Difficile dire quale delle due abbia preferito il pubblico, gli applausi non sono mancati in entrambe, ma volendo esprimere una preferenza (pensando anche ai bis chiesti a gran voce) dovremmo propendere per la prima. Sarà l’atmosfera natalizia a vincere facile in questo periodo? Forse, ma certo ci piacerebbe vedere per intero “Quando la radio” per godere al meglio del lavoro di ricerca del gruppo nel suo ambiente naturale.

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Al netto dell’esposizione bipartita, comunque, lo spettacolo ha convinto il pubblico che come dicevamo non ha risparmiato gli applausi neanche quando i cantanti hanno candidamente ammesso di essere provati. Sappiamo bene che la voce va gestita con cura per evitare di giocarsela (soprattutto in un periodo ricco di date come quello festivo), ma nonostante questo i bis non sono mancati e il calore reciproco tra pubblico e artisti era in effetti natalizio, se così vogliamo definire per l’occasione quella sintonia che si crea quando scatta l’ambito “click” in sala.

In particolare segnaliamo l’esecuzione di un morbido e ispirato “Cantique de Noel” nella prima parte e di un evidentemente sentito “In un vecchio palco della Scala” nella seconda, anche se forse il momento più “strappa applausi” è stato il primo bis con White Christmas, con un accenno di canto da parte della platea che però è stato sedato rapidamente dal testo in lingua d’Albione, capace di scoraggiare i più.

Che si fosse già a posto con i regali allora, o che si avesse bisogno di un’ultima spintarella per entrare completamente nell’atmosfera delle feste, la serata al Teatro Binario 7 è stata quello che ci voleva: natalizia senza essere stucchevole, divertente e allegra.

Quando ci si infila il cappotto canticchiando e pensando che sì, un altro bis ci sarebbe anche stato, allora vuol dire che è andato tutto bene.

 

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