Ci vorrebbe un amico

di Luigi Picheca

L’amicizia è un sentimento nobile che però subisce un notevole cambiamento nel suo significato con l’avanzare dell’età, quando le sovrastrutture sociali che si apprendono durante il corso della vita cominciano ad inquinare seriamente la innocente istintività infantile. Non è un caso quindi che le amicizie a noi più care rimangano quelle strette in tenera età, approssimativamente fino alle medie, dove gli influssi esterni non hanno ancora cominciato a fare presa sulle nostre menti. Infatti tutto cambia quando si inizia a classificare le conoscenze in base  al ceto sociale, al livello economico e alla provenienza delle persone, venendo meno definitivamente al modo istintivo di guardare gli altri.

oi maschi stringiamo amicizia per interessi comuni che possono spaziare dagli hobby allo sport, dalle attività culturali a quelle di volontariato senza coinvolgimenti di interessi economici o sentimentali, mantenendo così rapporti puliti, sinceri, spensierati e stabili nel tempo.

In ambito femminile è mia opinione che le cose siano un po’ più complicate. L’amicizia viene vissuta in modo diverso e, passatemi l’espressione, anche un po’ più contorto. Probabilmente abbiamo approcci e modi differenti di relazionarci. Mi sono trovato in situazioni in cui era difficile capire come comportarsi con alcune rappresentanti del mondo femminile. Naturalmente non mancano le eccezioni: ho avuto e ho tuttora delle splendide amiche che mi stanno vicino e che mi riempiono il cuore di soddisfazione.

Gli amici sono essenziali a tutti, ci aiutano a vivere bene e ad affrontare i momenti meno fortunati dandoci forza e calore umano, il combustibile fondamentale per superare con un balzo le ripide insidie che ci propone la vita.

È proprio quando ci si unisce per qualcosa di utile che le amicizie decollano e prendono più valore perché ognuno tira fuori il meglio di se stesso e questo ci avvicina alla vera essenza umana, quella per cui siamo stati creati.

Nella povertà questi valori si esaltano e assumono proporzioni eroiche, come  durante le guerra, dove il bene degli altri supera ogni altra cosa.

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