Ciò che non siamo

vs-cio-che-non-siamoMilena, Andrea e il loro figlio, Vittorio, componenti di una famiglia come tante, con i suoi momenti di felicità, di dolore e di noia. Andrea, musicista che non ha mai raggiunto il successo che sperava di ottenere, lavora in uno studio di registrazione, è un uomo equilibrato, innamorato della moglie e profondamente legato alla famiglia. Milena, segretaria in uno studio legale, è irrequieta e sempre in cerca di qualcosa di diverso, malgrado ciò ha una vera e propria dipendenza emotiva nei confronti del marito. Intorno a loro tante figure, più o meno importanti, come i vecchi amici di Andrea e le persone con cui Milena condivide la propria giornata lavorativa, e, soprattutto, Lyuba, la piccola ucraina che hanno accolto in casa per anni.

La bambina, che viveva in un istituto e aveva un passato di abusi, ha trascorso lunghi periodi in casa loro fino all’età di sedici anni, assumendo un ruolo importantissimo nella vita di Vittorio, suo coetaneo, per poi scomparire all’improvviso dalla sua esistenza ma non da quella dei suoi genitori.

Sabrina Campolongo, scrittrice e traduttrice monzese, sceglie di raccontare queste vite attraverso cinque momenti della loro storia che si pongono come dei punti fermi lungo un arco temporale piuttosto esteso, e fermo immagine riprende il punto di vista di un protagonista diverso.

Vittorio, nella prima parte, racconta in prima persona il suo incontro con Lyuba e il suo rapporto con i genitori, la voce narrante ci descrive poi Milena, mentre riflette su se stessa, sulle proprie scelte, sul passato e sul presente, per passare poi ad Andrea, fotografato in un momento in cui svolge da solo il ruolo di padre di Vittorio piccolo, e ci fa ritrovare anche Lyuba, ormai adulta, per concludere riportando un momento della vita di coppia di Milena e Andrea, quando Vittorio aveva pochi anni.

Cinque lunghi istanti, cinque passaggi significativi, che raccontano in maniera efficace le dinamiche di questo nucleo familiare, sia quelle interne che quelle che esso ha con il mondo esterno, in cui l’autrice ha saputo rendere di volta in volta il punto di vista dei vari protagonisti in relazione al mutare delle situazioni dell’esistenza e alla percezione che essi ne hanno a seconda dello stato d’animo del momento.

Un romanzo originalissimo, profondo e intenso, che trasporta il lettore in una dimensione familiare che, a momenti, riesce a sentire propria pur senza appartenervi, grazie all’abilità della Campolongo, che ha saputo riprodurre situazioni della vita in cui è possibile identificarsi e stati d’animo che suscitano empatia.

 

Valeria Savio

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