La Redazione
Entro il 2050 il 70% della popolazione mondiale si concentrerà nelle grandi città e il 90% di questa crescita si registrerà soprattutto in Asia e Africa. Questo significa che il 70% del fabbisogno di risorse alimentari sarà consumato in aree lontane dalla campagna dove viene generalmente prodotto con evidenti disagi, inquinamento e rischio che, situazioni come la pandemia che stiamo vivendo, impedisca i rifornimenti nelle aree urbane.
A questo problema ha pensato la Fao ( Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura), che ha presentato il progetto “Città verdi”. Il progetto, punta a contribuire a trasformare i sistemi agroalimentari, con l’obiettivo di porre fine alla fame e migliorare la nutrizione nelle città. In particolare, il piano si prefigge di migliorare le condizioni di vita e il benessere delle popolazioni urbane e periurbane in almeno 100 città (15 città metropolitane, 40 città intermedie e 45 cittadine) in tutto il mondo nei prossimi tre anni. L’obbiettivo è di arrivare a 1000 città verdi nei prossimi 10 anni.
Non solo parchi e viali alberati quindi, ma orti, giardini con alberi da frutto, vere e proprie aree agricole e boschive urbane. I centri urbani diventeranno più sostenibili, garantiranno cibo sano con minori risorse e più attenzione all’ambiente.
Per attuare il suo piano la Fao invita i governanti a implementare i sistemi alimentari per renderli sostenibili e a creare un maggior numero di spazi verdi in città. L’invito è quello di accrescere “la resilienza ai cambiamenti climatici e alla pandemia da Covid-19, evitando che le emergenze sanitarie interrompano l’approvvigionamento e la distribuzione dei generi alimentari in queste aree”.
E’ l’occasione giusta per incentivare iniziative e programmi che stanno promuovendo l’innovazione e accelerando interventi concreti. come il Patto di Milano (in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite) sulle politiche alimentari urbane.
18 novembre 2020