Come statue di sale

 di Davide Villa

In principio fu il colosso di Rodi.
Immenso, grandioso, una delle sette meraviglie del mondo antico.
Con un difetto: caviglie fragili.
Bastò un terremoto per vederlo piegarsi e cadere in mare, perdendosi nei flutti del mediterraneo e dello scorrere del tempo.

Oggi, 2020, stiamo scoprendo che molte statue soffrono della stessa malattia.
Statue di statisti, giornalisti, militari e presidenti si scoprono nella loro immobilità improvvisamente fragili.

Osteoporosi? Deficit di vitamina D? Carenza di calcio?
Eppure la serie A è appena ripartita…

In realtà siamo davanti ad una patologia moderna e apparentemente inarrestabile:
L’ideogenesi imperfetta.

Si tratta di una malattia che porta a sviluppare ideologie o teorie da idee anche valide, ma sviluppandole e facendole crescere in maniera deviata, storta e a volte dannose.
Spesso è associata con una mutazione che porta a sviluppare le suddette ideologie in tempi rapidissimi, senza che queste abbiano tempo di irrobustirsi e crescere in maniera corretta.

Il risultato di queste malattie lo si può apprezzare nella scarsa profondità delle motivazioni e nella violenza delle loro azioni.
Tutto deve essere fatto velocemente, con la massima esposizione e con la massima forza.
Come a giustificarsi di non avere alle spalle radici robuste, e avendo paura di non vedere i frutti delle azioni svolte oggi.

Quando questa Ideogenesi Imperfetta colpisce le statue, queste iniziano a cadere, a vacillare, a non essere più volute da persone che appena prima di questa patologia a fatica conoscevano di chi fossero le marmoree/bronzee sembianze.

Sono vittima di una costante sineddoche delle idee: una parte per il tutto.
Senza mediazioni.
Esponente del pensiero letterario del ‘900 e potenziale pedofilo?
Solo potenziale pedofilo.
Statista protagonista della II° guerra mondiale e esponente del colonialismo europeo?
Solo colonialista.
Eccellenza della poesia mondiale e omofobo? Solo omofobo.

E’ un’elisione pericolosa che danneggia in primis le statue, che cadono ad ogni latitudine, ma anche la ricchezza del nostro pensiero.
Scegliamo di vedere solo un lato e non l’intera figura, solo una pagina e non l’intero libro, solo un colore e non l’insieme delle sfumature.

Strano che, in un mondo sempre più (giustamente) arcobaleno, si decida di vivere le idee in bianco e nero, giusto o sbagliato, buoni o cattivi.

La cura dell’Ideogenesi imperfetta che affligge il nostro mondo è una sola: Cultura.
Si deve assumere ad ogni ora, in ogni giorno e si spera in dosaggi elevati.

La cultura aiuta ad evitare che le proprie idee e convinzioni seguano le mode, vivendo di social e mutandole con la stessa frequenza di un filtro di Instagram.

In quanto alle statue…beh cerchiamo di trattarle meglio.
Alcune sono molto vecchie, immagini di un mondo che è passato.
Si potrà decidere di rimuovere quelle che non ci rappresentano più, come sparirono statue di generali romani alla fine dell’impero e di Re nemici in nazioni contestate.
Riconoscendone i limiti, contestualizzando i difetti, capendo i motivi che li hanno portati ad essere rappresentati come simboli del mondo che fu.

Non facciamole cadere per la fragilità delle nostre idee.
Non facciamole cadere per la visione di una singola parte.
Non facciamole cadere per un mondo letto in bianco o nero.

Altrimenti cadranno come Sodoma, sotto i loro peccati.
E noi, come la moglie di Lot, guardandole cadere ci trasformeremo in statue di sale cristallizzati nel non far nulla.

PS: I tre profili descritti non sono quelli di Montanelli, Churchill e Dante che sono stati messi sotto accusa e/o vandalizzati.
Parlo di Pasolini, Badoglio ed Hemingway che hanno statue, piazze e vie intitolate ma forse nessuno conosce le loro biografie a fondo.
Citando l’adagio di un famoso “bacchettone misantropo”: Ai posteri l’ardua sentenza…

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