Corvidae, una profezia sul futuro possibile

La Redazione

Venerdì 14 marzo ore 21 (data unica) al Teatro Manzoni di Monza, Marta Cuscunà porta in scena Corvidae. Sguardi di specie, uno spettacolo sulla complessità del presente e una profezia di futuri possibili.

Scritto originariamente per il programma di RAI 3 La Fabbrica del Mondo di Marco Paolini e Telmo Pievani, porta in scena uno stormo di corvi che osserva da una prospettiva diversa dalla nostra, i danni che abbiamo combinato al Pianeta e le possibilità che abbiamo di rimediare.

Il pubblico potrà rivedere in teatro gli episodi dei corvi andati in onda su RAI 3, ispirati ai temi che Paolini e Pievani hanno affrontato in ciascuna puntata e scoprire episodi nuovi. Lo stormo, con sguardo comico e disincantato, ci interroga sulla possibilità di realizzare una nuova armonia fra la natura e un progresso finalmente sostenibile.

Lo spettacolo conserva il format televisivo per cui è nato, portandolo in teatro.

Corvidae. Sguardi di specie, infatti, è composto come una serie tv: tre stagioni con quattro episodi ciascuna che si snocciolano davanti al pubblico tra una sigla e l’altra.

Il susseguirsi degli episodi non costruisce un’unica narrazione quanto piuttosto una profezia di futuri possibili. Il punto d’inizio di ogni episodio è la realtà contemporanea ma gli sviluppi si diramano in un domani cangiante.

Da un futuro in cui gli allevamenti intensivi di animali saranno interamente sostituiti dalla produzione di carne sintetica (distopia o utopia per i corvi che si cibano dei nostri rifiuti alimentari?), all’ipotetica scomparsa di Donald Trump in uno dei suoi famosi campi da golf a causa dell’innalzamento dei mari, problema di cui i negazionisti della crisi climatica si ostinano a smentire l’esistenza. Dallo scontro tra il movimento ecologista Fridays for future con le lobby del petrolio, alla scelta di dare alla nostra specie un nome nuovo per iniziare un’epoca in cui “umano” non sia più sinonimo di “altro dalla natura”.

Ogni episodio nasconde le tracce del pensiero dell’antropologa Anna Tsing, della biologa Lynn Margulis, del filosofo Bruno Latour e di quell’ecologia affettiva di cui parla Donna Haraway in Staying with the trouble.

Il pubblico è coinvolto attivamente dai corvi, è chiamato a comprendere e ricostruire la complessità del nostro presente, a interpretare e a prendere posizione, a scegliere di intervenire al di là del dispositivo teatrale. Corvidae  richiede al pubblico un atteggiamento partecipativo perché parla di crisi climatica e di quell’azione collettiva urgente a cui l’umanità è chiamata per arginarne le conseguenze.

I corvi protagonisti dello spettacolo sono meccanici, creature simboliche fatte di componentistica industriale e cavi di freni di bicicletta. L’installazione scenica, progettata dalla scenografa Paola Villani insieme a Marco Rogante, si basa su un sistema di manovrazione completamente manuale e analogico che permette l’animazione a vista dei corvi da parte di un’unica performer attraverso un sistema di joystick meccanici.

In questo spettacolo sul futuro del nostro pianeta non c’è robotica, il motore di tutto quello che si anima in scena è umano. Anche le voci dei corvi sono realizzate dal vivo senza l’aiuto di distorsioni o playback, grazie a un profondo lavoro di ricerca vocale sulle sonorità degli uccelli sotto la guida della vocalist Francesca Della Monica.

Lo spettacolo è prodotto da una rete di soggetti importanti tra cui il Piccolo Teatro di Milano e il CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, guidati dal MUSE – Museo delle Scienze.

Il MUSE ha anche scelto di adottare il sistema delle residenze artistiche su cui si basa il sistema delle produzioni teatrali di ricerca, declinandole in residenze scientifiche. Il museo, infatti, ha messo a disposizione della squadra artistica i suoi esperti: scienziati, biologi, paleontologi, ornitologi, esperti di divulgazione scientifica che hanno supportato la fase di ricerca e di scrittura con approfondimenti e fact-checking.

Marta Cuscunà è autrice e performer di teatro visuale, nella sua ricerca unisce l’attivismo alla drammaturgia per figure. Nel 2009 vince il Premio Scenario per Ustica con È bello vivere liberi! primo capitolo di Resistenze femminili, una trilogia di cui fanno parte La semplicità ingannata e Sorry, boys. Ne Il canto della caduta unisce l’immaginario ancestrale del mito di Fanes ai principi di animatronica utilizzati per manovrare i pupazzi. Earthbound è un monologo di fantascienza per attrice e creature meccaniche, ispirato al pensiero eco-femminista di Donna Haraway. Dal 2021 diventa artista associata al Piccolo Teatro di Milano e partecipa alla trasmissione televisiva di Rai 3 La Fabbrica del mondo di Marco Paolini e Telmo Pievani per la quale scrive e interpreta Corvi alla fine del mondo, mini serie in sei episodi dedicata ai temi dell’eco-femminismo da cui è tratto Corvidae. Per il Piccolo Teatro di Milano ha realizzato Bucolica. Paesaggio con fischiatori, pecore e umani, progetto site-specific.

Info e biglietti: www.teatromanzonimonza.it

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