3 agosto 1492: Cristoforo Colombo lascia la Spagna in cerca delle Indie

cristoforo colombo“Colombo è il primo grande dominatore dello spazio esterno, spazio ‘selvaggio’ per eccellenza, sconosciuto e irriducibile, che egli percorre, interroga, interpreta nei suoi risvolti, addomesticandone la complessità per imprimervi il marchio del dominio, ma anche del senso e  della razionalità europei” ricorda lo storico Donattini, sottolineando come poche imprese, nel corso della Storia, abbiano finito con l’identificarsi in maniera così totale con i protagonisti che le hanno progettate. Vittima fortunata di una mera illusione, Colombo arrivò nelle Americhe e forse, mai se ne accorse. Quel fatidico 1492 divenne poi simbolo di cambiamento, cesura epocale, salto nella storia che diede avvio ad un’era di rinnovata fiducia, in cui sembrava fosse l’uomo stesso a poter stabilire i propri limiti all’interno di un mondo divenuto all’improvviso, e per sbaglio, più vasto ed enormemente più complesso.

Il progetto di buscar el Levante por il Ponente fu fortemente voluto dal genovese Colombo, naufragato in Portogallo dove, la sua idea, non trovò il consenso sperato. L’Asia, orizzonte del desiderio colombiano, era già stata raggiunta dai portoghesi, attraverso l’Africa, da Diaz, Vasco da Gama ed fine Cabral. In Francia ed Inghilterra, altri rifiuti, sino a che, dopo insistenti tentativi, Colombo riuscì a strappare un modesto coinvolgimento della Corona di Spagna in una missione di esplorazione che, se avesse avuto successo, avrebbe consentito alla Castiglia di recuperare il distacco con il vicino lusitano, impegnato nel continente africano. Così, con due caravelle a vela latina -la Nina e la Pinta- ed una caracca -la Santa Maria-, il 3 agosto del 1492 Colombo con il suo equipaggio lasciò il porto di Palos e dopo 34 lunghi giorni di navigazione riuscì, in direzione Ovest dalle Canarie, a toccare terra: un incontro improvviso e brutale tra due vecchi mondi che li trasformò entrambi e li integrò in un unico Nuovo Mondo.

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“Colà trovai moltissime isole abitate da innumerevoli genti; di tutte ho preso possesso in nome delle Loro Altezze con un proclama e con la bandiera reale spiegata e senza incontrare opposizione. Alla prima che trovai posi nome San Salvador, […] alla seconda detti il nome di isola di Santa Maria de la Concepcion; alla terza Fernandina; alla quarta La Isabela […]. Gli abitanti di quest’isola e di tutte le altre che ho trovato e delle quali ho avuto notizie, vanno tutti nudi, uomini e donne, così come li partoriscono le madre, anche se alcune donne si coprono una sola parte con una foglia di pianta o con una pezza di cotono che fanno appositamente. […] Non possiedono altre armi se non quelle fornite dalle canne […] e non hanno il coraggio di usarle […]: sono così timorosi, senza rimedio. […] Si prendevano perfino pezzi di archi rotti, di botti, e davano quello che avevano, come sciocchi; questo mi sembrò male e lo proibì, ed invece loro davano gratis una gran quantità di cose buone che portavo con me, perchè si affezionino ed oltre a ciò si facciano cristiani, si dispongano all’affetto e al servizio delle Loro Altezze e di tutta la nazione castigliana e cerchino di mettere assieme e darci le cose delle quali hanno abbondanza e che servono a noi”.

dalla Lettera di Cristoforo Colombo a Luis de Santangel, composta a ridosso degli eventi che narra, nel marzo del 1493

Camilla Mantegazza

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