The day after

di Fabrizio Annaro

Quattro devastanti temporali con trombe d’aria, si  sono abbattuti giorni fa su Monza e Brianza facendo gravi danni e mettendo in ginocchio intere città. Venerdì 20 luglio, prima in mattinata e poi a sera, i primi due nubifragi. Stesso copione lunedì 24: al mattino e poi in serata altri due “bombardamenti”. Centinaia gli alberi abbattuti, tegole, lamiere e mattoni dispersi per le vie della città. Automobili danneggiate, sottopassi allagati, fogne al collasso. Il traffico paralizzato. La grandine ha lasciato il segno su auto e caseggiati.   

La reazione di molti è stata: “siamo senza parole”. Un’inquietudine profonda. Un senso di impotenza. Uno smarrimento generale è stato il sentimento di molti. Un disastro che fa pensare, che interroga la coscienza. Le conseguenze dei cambiamenti climatici sono sempre più sotto gli occhi di tutti. L’aumento delle temperature è un fatto oggettivo e i conseguenti fenomeni estremi sono sempre più frequenti: aree colpite da alluvioni, altre da siccità.

 

Sembra che la Natura abbia dichiarato guerra. Che fare per poter ritrovare un’armonia, un equilibrio ed un rispetto con il mondo della natura che pare esser smarrito? I ragazzi del Friday For Future hanno indetto un sciopero per il prossimo 6 ottobre, mentre il 15 settembre i giovani di tutto il mondo scenderanno in piazza.

L’Europa sul versante ambientale non è ferma e recentemente il Parlamento Europeo ha approvato Nature Restoration Law,  una legge che prevede la definizione di obiettivi vincolanti per ripristinare il 20% delle aree terrestri e marine in modo da fermare la perdita di biodiversità entro il 2030. Una legge che impone di ridurre pesticidi chimici del 50% entro il 2030, di compiere seri sforzi per salvare gli insetti impollinatori, come le api,  ma anche l’idea di garantire nessuna perdita di spazi verdi urbani e programmare un aumento almeno del 5% entro il 2050.

Questa legge mette l’accento sulle politiche che sarà necessario portare avanti nelle nostre città e   regioni. E’ previsto “un minimo del 10% di copertura arborea in ogni città”, diverse azioni per l’aumento della biodiversità nei terreni agricoli, il ripristino degli habitat nei fondali marini o la rimozione delle barriere fluviali per liberare 25mila chilometri di fiumi in modo da prevenire disastri durante le alluvioni. Ogni stato membro dovrà sviluppare piani nazionali di ripristino con una precisa rendicontazione di quanto fatto.

L’idea che occorra salvaguardare la Natura è un’idea unanimemente condivisa. Ma questa opinione chiede una rivoluzione culturale e un ripensamento  del modo di vivere soprattutto delle popolazioni più ricche. Siamo disposti a farlo?

La frase di Jonh Kennedy “Non chiederti cosa può fare il tuo paese per te, chiediti cosa puoi fare tu per il tuo paese“, è più che mai vera ed attuale. Per evitare il “si salvi chi può” rileggiamo i consigli degli scienziati sintetizzati negli ultimi report del IPCC.

Il recente Rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPPC) dell’ONU sui cambiamenti climatici ha messo in guardia il mondo, ma al tempo stesso ha cercato di infondere un messaggio di speranza. In sintesi si chiede di ridurre il più possibile l’utilizzo del metano e del carbone nonché del petrolio. Ridurre il consumo di carne. Bloccare la deforestazione. Dare più spazio alla natura con piantumazioni intelligenti ed adeguate al territorio. Sfruttare al massimo le rinnovabili.

Proviamo a seguire i consigli dell’IPcc e nel nostro piccolo  scegliamo di adottare, per quanto possibile,  uno stile di vita coerente a queste indicazioni. Perciò  riduciamo il consumo di carne. Diamoci al  giardinaggio e per quanto possibile potenziamo il  vivaio domestico. Usiamo  sempre più la bicicletta. Scegliamo fornitori di energia che utilizzino le fonti rinnovabili.

La pace non può limitarsi alla pace con la natura. Possiamo guardare oltre. In altre zone del pianeta la potenza delle armi produce disastri molto maggiori di quelli che abbiamo subito in Brianza per la furia della tempesta. La pace è un processo che dipende da noi, da come desideriamo vivere, da come intendiamo il nostro rapporto con noi stessi e con gli altri.  

Cerchiamo di amare sempre più gli uomini e la natura in modo da prendere consapevolezza che siamo legati al nostro pianeta e ai nostri simili come  alberi  che hanno radici nella terra.

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