I-Days, i Radiohead suonano Creep

di Chiara De Carli

Secondo i pronostici non doveva esserci nessuno, ieri sera al Parco di Monza, per il concerto dei Radiohead. E invece, le persone accorse sono state quasi 55 000. Il pubblico è eterogeneo, ci sono persone di tutte le età, sono provenienti da ogni città d’Italia. C’erano anche alcuni stranieri, per la maggior parte tedeschi e austriaci che hanno attraversato la frontiera, per ascoltare il gruppo di Thom Yorke.

Sono da poco passate le ore 21.20 e i Radiohead varcano la soglia del palco. Iniziano il concerto sulle note eleganti di “Daydreaming”, a cui sono seguite quelle di “Desert Island Disk” e di “Ful Stop”. I giochi di luci, colpiscono fin dal principio, e da subito conducono il pubblico in un percorso multisensoriale, a cui abbandonarsi completamente.

Nella prima parte del live, la sensazione è quella di assistere un crescendo di emozioni, che culminano nel brano “Myxomatosis”.

Finalmente, con questa canzone, all’aria intrisa di attesa, presente prima dell’inizio del concerto, subentra la gioia del momento che si trasforma in una danza, senza limiti di tempo.

Quindi, giunge l’attimo di consolidare questa vicinanza con il pubblico e Yorke decide di spaccare definitivamente il ghiaccio, salutando in italiano: “Buona sera a tutti”, esclama. Il ballo dei sensi continua, con una struggente “All I Need”, sulle cui note, le coppie si lasciano trasportare dalle effusioni e i single si sentono come se fossero all’interno del testo della canzone. In seguito, si fa spazio “Pyramid song” e sulle note di questo pezzo, tra il pubblico si ascolta una donna mentre racconta a una amica di avere scelto proprio “Pyramid song” come brano da suonare, all’esame di musica, delle scuole superiori.

Tra le migliaia di persone, presenti nel prato, si osserva chi mangia patatine, gli amici che condividono la birra, le coppie che si baciano appassionatamente e qualcuno che è in estasi, disteso tra i fili d’erba e qualche bicchiere di plastica abbandonato, in completa fusione con l’universo. Ci sono poi i lupi solitari, nascosti in un angolo, non si vogliono far notare, trascurano, forse il fatto, che la musica dei Radiohead è rivolta soprattutto a loro.

È una serata in cui le emozioni non danno tregua, nemmeno al frontman, tanto da dichiarare al proprio pubblico: “siete dei pazzi”. Il primo bis viene introdotto da una commovente “No Surprises”, i cuori si accendono, le lacrime iniziano a scorrere lungo le guance. Dopo il primo bis, i Radiohead spariscono di nuovo e appena rientrano, qualcuno trova il coraggio di richiedere goliardicamente “Despacito”, qualcuno ride, qualcuno lo insulta. Ma Thom Yorke, per fortuna, senza sentirlo continua dichiarandosi ai fans: “Grazie per questa notte”. Segue un attimo di silenzio e con grande sorpresa e incredulità, attaccano con “Creep”. Una vera fortuna per i presenti ieri a Monza, che hanno potuto godere di quelle note avulse di sensualità e desolazione, impotenza e frustrazione, ma così ricche, ancora una volta, di sensazioni contrastanti: tra la folla c’era chi piangeva, chi ballava, chi si disperava e chi faceva l’amore con la musica.

Il concerto sta per concludersi, gli ultimi accordi sono quelli di “Karma Police”, con cui nostalgicamente i musicisti salutano il proprio pubblico, il quale continuerà a canticchiare le parole “I lost myself”, anche una volta spente le luci.

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