di Alessandro Porto
È sempre un piacere svegliarsi con file chilometriche di auto rumorose e fumose sotto casa. Sono ironico.
Abito a Biassono, una città avvolta nel silenzio e nella vecchiaia tutto l’anno, tranne che in quel paio di giorni di settembre nei quali si riempie fino ad apparire una piccola Milano a causa del Gran Premio. In quei giorni le strade pullulano di persone provenienti da ogni parte del mondo, che ricoprono ogni metro quadrato con i loro corpi ondulanti, sudaticci e vogliosi di godersi questa fresca cittadina italiana, mentre aspettano l’inizio del GP.
Ogni singolo negozio, anche il venditore di kebab all’angolo, espone modellini di auto da corsa e cappellini rossi con la firma di qualche pilota. Biassono, durante il GP, resuscita, si veste con gli abiti migliori che possiede e si finge una giovincella piena di cose da offrire. Immagino i turisti che si ritrovano qui scambiarsi apprezzamenti sulla vitalità di questa città e probabilmente
pensano che questa sia “La città dell’autodromo” tutto l’anno e che abitarci debba essere davvero bello.
< Karo amiko Adolf, defe ezzere daffero fiko apitare in qvesta città, non credi?> <Ya! Come zono fortunati qvelli che apitano qvi e hanno dafanti il parko e l’Autodromo!>
E invece io abito davanti al parco e all’Autodromo e non me ne frega niente. Sono serio, trovo bello il GP, ma non mi interessa minimamente. Credo che ciò abbia a che fare con la solita storia del non apprezzare le fortune che si hanno e che non si apprezzano.
Comunque Biassono è bella pur non essendo davvero “La città dell’autodromo” e la preferisco per ciò che è realmente, cioè una tranquilla e silenziosa cittadina nella quale si può passeggiare con possibilità quasi nulle di incontrare gente sotto gli 800 anni di età. In merito alla questione della fortuna di avere l’Autodromo di fronte, beh, ne sono grato all’Universo, ma avrei preferito essere davanti ad una spiaggia bianca e immacolata. Ora quasi quasi mi affaccio al balcone e urlo ai turisti che ho intenzione di cedere il mio prezioso appartamento davanti al Parco di Monza, perché non mi interessa nulla delle loro corse rumorose, dispendiose e pericolose.
Alessandro Porto