Depressione: il male oscuro dell’anima

di Roberto Dominici

La depressione è vivere, in un corpo che combatte per sopravvivere, con una mente che cerca di morire.

“La depressione è sentirsi come se avessi perso qualcosa, ma che non hai più idea di quando o dove l’hai perso l’ultima volta. Poi un giorno ti rendi conto che quello che hai perso è te stesso”. Questi pensieri amari e dolorosi danno un’idea immediata di cosa sia la depressione, un dolore irrisolto dell’anima, una strada per molti senza via d’uscita. Il 7 aprile si è celebrata in tutto il mondo la Giornata mondiale della Salute dell’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). Un’occasione per fare il punto delle azioni globali su specifiche malattie o problematiche.

Quest’anno la scelta è caduta proprio sulla depressione i cui risvolti in termini di salute e disabilità non sono sempre noti. Tradotta in numeri si tratta di 300 milioni di persone nel mondo vittime “del male oscuro” e un tasso di crescita, dal 2005, superiore al 18%. Queste le cifre hanno spinto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a considerarla una causa principale di malattia e disabilità a livello mondiale. Mancanza di politiche uniformi di supporto e paura dello stigma sociale fanno sì che molti non ricevano i trattamenti appropriati. La depressione, inoltre, aumenta il rischio di malattie e disturbi importanti come dipendenze, comportamento suicida, diabete e cardiopatia. L’OMS stima che ogni Paese riservi al trattamento di questa patologia solo una percentuale compresa tra il 3-5% del budget della spesa sanitaria.

Queste nuove cifre sono un campanello d’allarme per tutti i paesi, un invito a ripensare gli approcci alla salute mentale e a trattarla con l’urgenza che merita. L’OMS ha dato il via a una campagna per combattere lo stigma e luoghi comuni intitolata “Depressione. Parliamone”. E a volte fa più paura del cancro. Scava le nostre vite da dentro, come un tarlo che rode il legno di cui siamo fatti. La depressione è un male di vivere ad oggi molto diffuso: circa 15 persone su 100, dicono le statistiche, ne sono colpite. In Italia, la stima è di 5 milioni di italiani che soffrono di disturbi depressivi.

Il dato è molto grave, ma ancora più grave è l’approccio che sviluppiamo verso questa “malattia dell’anima”. La sfiducia nelle cure farmacologiche, così come la diffidenza nell’iniziare un percorso terapeutico, fanno sì che la diagnosi arrivi troppo tardi, a volte quasi mai. Sono diverse, infatti, le persone che soffrono di depressione ma che non hanno mai avuto una vera diagnosi a proposito. Si sottovaluta il problema, si aspetta che la depressione passi da sola, così come è arrivata. Ma l’attesa è la peggior nemica della depressione: aspettare significa infatti cronicizzare dentro di sé degli stati umorali negativi che col tempo diventano veri e propri comportamenti autodistruttivi.

Per aiutare chi è depresso si usano solitamente terapie farmacologiche e psicologiche, utilizzate sia singolarmente che in modo combinato. In particolare, la psicoterapia è preferita per forme di depressione moderata. Queste terapie possono essere associate a interventi di tipo farmacologico. Se però la depressione è legata a un evento preciso viene spesso usata una terapia chiamata EMDR, che riattiva la nostra capacità naturale di elaborazione dello stress e del dolore, cercando di ridurre i ricordi delle esperienze negative o traumatiche che condizionano il presente (per esempio l’essere stati abbandonati dal proprio Amore).

C’è anche un nuovo metodo chiamato “Self mirroring therapy” che prevede di registrare le sedute terapeutiche per poi mostrarle al paziente. Per chi vive con la depressione, parlare con una persona di cui si fida è spesso il primo passo verso la cura e il completo recupero. Il problema non è solamente medico ma investe il nostro modo di vivere così pervaso da prigioni che ci costruiamo e sentieri quotidiani di solitudini e disperazione.

Ricordo le parole di Patch Adams in proposito “E’ più facile liberarci del problema dando una diagnosi e una scatola di farmaci. Perché se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci che tengano, basta l’Amore umano”.

 

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One thought on “Depressione: il male oscuro dell’anima

  1. bell’articolo non superficiale. penso che sul self mirroring, chi soffre anche per il proprio aspetto esteriore, non credo che sia un buon metodo

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