di Fabrizio Annaro
Di Hope in Hope, di “speranza” in “speranza”. Il Fondo Hope si rinnova. Si tratta di un progetto promosso da RTI Bonvena, la rete di imprese sociali che in Brianza ha accolto, in cinque anni, oltre 3.500 richiedenti asilo. Un progetto virtuoso che ha favorito l’integrazione e l’inserimento lavorativo dei richiedenti asilo .
In occasione della Giornata Mondiale del rifugiato indetta dalle Nazioni Unite, i rappresentanti della Rete di accoglienza richiedenti asilo della Brianza hanno promosso una conferenza stampa durante la quale hanno presentato un bilancio delle attività del Fondo Hope, un progetto innovativo finalizzato all’integrazione sociale dei rifugiati accolti in Brianza.
In oltre cinque anni di attività, dal 2014 ad aprile 2019, il Fondo Hope ha coinvolto più di 150 imprese, una ventina di enti di formazione professionale e accompagnato quasi 2500 richiedenti asilo in percorsi di integrazione sociale e di inserimento lavorativo.
Ma che cos’è il Fondo Hope?
Il Fondo è stato istituito dalla rete RTI Bonvena (formata da 15 imprese sociali) che si occupa, da diversi anni, dell’accoglienza richiedenti asilo in Brianza. Il Fondo è nato per favorire i processi di integrazione e l’inserimento lavorativo delle persone straniere richiedenti asilo.
Cosa fa il Fondo Hope?
L’idea è semplice. Il Fondo nasce da un patto comune sottoscritto da ciascun ente della Rete. Secondo questo patto ogni ente della Rete versava al Fondo una cifra equivalente da 0,75 a 1 euro al giorno per ogni rifugiato che aveva in carico, o una cifra percentuale equivalente sui servizi che erogava. Così facendo in più di cinque anni sono stati raccolti un milione e 300 mila euro. Una bella cifra destinata a quattro tipologie di intervento:
- Erogazioni per formazione professionale
- Borse lavoro
- Sostegno finalizzato all’autonomia abitativa
- Voucher “buona uscita”
Le erogazioni complessive sono state di un milione e 200 mila euro circa. Considerata l’importanza degli importi e la delicatezza delle scelte, RTI Bonvena ha istituito un organo di monitoraggio sulle destinazioni erogative del Fondo.
Chi controlla. L’organo di monitoraggio. Provincia, Sindacati, Caritas, CiesseVi
L’organo di monitoraggio è sostanzialmente un tavolo istituzionale territoriale con il compito di monitorare l’andamento generale del Fondo. Fanno parte dell’organo di monitoraggio: Sindacati Confederali, Centro Servizi al Volontariato di Monza e Brianza, Caritas Decanale, Provincia di Monza e Brianza e tre Sindaci nominati nel 2015 dall’Assemblea dei Sindaci della Provincia.
Ogni erogazione viene corrisposta a un singolo beneficiario che firma una ricevuta. Tutte le erogazioni vengono poi elencate nel Registro Unico di Gestione delle Erogazioni, in cui vengono specificati i dati del beneficiario e la tipologia d’erogazione corrispondente.
Erogazioni
Ad oggi il Fondo ha erogato quasi un milione 200 mila di euro nell’ambito delle quattro attività sopra citate.
Per la formazione professionale, il Tavolo Tecnico ha sviluppato una collaborazione con gli enti formativi del territorio (Consorzio Desio Brianza, Scuola Borsa, Fondazione Clerici, Scuola Agraria del Parco…) per progettare percorsi di formazione professionale adatti all’utenza accolta.
La borsa lavoro finanzia lo startup di un percorso di tirocinio di tre mesi attivato secondo le disposizioni regionali in materia. Il tirocinante riceve, per i primi tre mesi, un compenso di 400/500 euro mensili tutto a carico del Fondo Hope.
Il Fondo Hope, inoltre, offre contributi a sostegno dell’autonomia degli ospiti in uscita dall’accoglienza. In questi casi, una volta verificata la stabilità lavorativa della persona, il contributo è di 1200 euro e servirà per il pagamento della caparra dell’affitto, analogamente a quanto avviene nel progetto SPRAR. Infine il voucher di accompagnamento (cosiddetto buona uscita) di 250 euro per la persona che perde diritto all’accoglienza.
I numeri del Fondo Hope
In questi cinque anni i beneficiari del Fondo sono stati 2.328 ragazzi (l’età media, infatti, è di circa 25 anni). Il Fondo Hope ha permesso a 1.219 persone di frequentare corsi professionali, mentre 760 hanno potuto usufruire di tirocini aziendale e borse lavoro; 295 i buoni uscita erogati.
E, infine, 53 i voucher di sostegno all’autonomia abitativa.
Prospettive future
Con il cambiamento della normativa (sia per quanto riguarda obiettivi, procedure e riconoscimenti previsti) il Fondo Hope non potrà più essere alimentato con le stesse modalità dagli enti gestori dell’accoglienza. Grazie alle rimanenze, di poco più di 100 mila euro, il Fondo sarà tuttavia in grado di erogare a tutti gli ospiti attualmente accolti all’interno del progetto la buona uscita, al termine delle misure di accoglienza.
La proposta di un nuovo Fondo è stata ufficialmente avanzata durante il Convegno del 31 gennaio, “L’Accoglienza ha funzionato”; a quel convegno, svoltosi a Monza, hanno partecipato più di 400 persone oltre ai rappresentanti dei Comuni di Lecco, Milano, Bergamo.
Durante il convegno, inoltre, è stata lanciata la campagna: “Brianza che Accoglie” (attiva oggi sia su Facebook che Instagram) che ha lo scopo di sensibilizzare la comunità rispetto agli effetti della recente normativa sui migranti sia relativamente ai richiedenti asilo che a tutto il territorio della Brianza.
LE DICHIARAZIONI DEI COMPONENTI DELL’ORGANO DI MONITORAGGIO FONDO HOPE
Roberto Invernizzi già Presidente della Provincia di Monza e Brianza Concettina Monguzzi Vice Presidente Provincia Monza MB
“In tema di accoglienza questo territorio ha saputo rispondere con un modello che parte dalla capacità di costruire legami e relazioni attraverso il cosiddetto Sistema Brianza: accogliere è un dovere di civiltà e abbiamo dimostrato che facendo squadra – Prefetto, Sindaci, associazioni, cittadini – si possono far funzionare bene le cose, nonostante le difficoltà. La costituzione del Fondo Hope è un frutto di questo metodo: la costituzione del Fondo Hope da parte della Rete Bonvena è sicuramente l’esempio più virtuoso di cosa si è realizzato. Dal 2015 sono stati raccolti poco più di 1 milione di euro di cui 900.000 euro utilizzati per formazione, borse lavoro e contributi per autonomia abitativa. Ricaduta occupazionale, sviluppo di competenze comunicative relazionali, sviluppo di buone prassi di integrazione sono sicuramente i punti di forza di questo progetto a cui la provincia ha partecipato non solo con un monitoraggio delle azioni ma anche, attraverso Afol MB, l’agenzia partecipata che si occupa di lavoro, formazione, orientamento. – commentano Roberto Invernizzi e Concettina Monguzzi che nel ruolo di Presidente e della Provincia MB hanno seguito il progetto.”
Don Augusto Panzeri Responsabile della Caritas Diocesana di Zona V
“La Caritas delle Zona pastorale V di Monza ha dato il suo apporto anche operativo al Fondo Hope con Anna Piazza (nel Gruppo Tecnico che istruiva i percorsi di formazione e lavoro) e con Beppe Colombo nell’Organo di Monitoraggio. Beppe ci ha lasciati il 30 marzo scorso. Era dirigente storico della Cultura del Comune di Monza e Volontario di Caritas e di San Vincenzo.
Non posso, dunque, che ripetere quanto dichiarato al convegno del 31 gennaio scorso dal Vicedirettore di Caritas Ambrosiana don Massimiliano Sabbaddini: Caritas continuerà a lavorare non solo per accogliere ma per proteggere, promuovere e integrare queste persone, che sono nostri fratelli.”
Roberto D’Alessio cabina di regia della RTI BONVENA
“Pensavamo ad un evento significativo per la Giornata ONU del Rifugiato del prossimo 20 giugno: presentare la storia e i risultati del Fondo ci è sembrata la cosa migliore! Sono fatti e non parole che riguardano tante persone e non solo un piccolo gruppo di fortunati!
Un’idea ci ha sorretto in questa esperienza: investire in integrazione è meglio per tutti e alla fine è anche più economico per il nostro Paese.”
Riccardo Mariani cabina di regia della RTI BONVENA
“Il Fondo Hope è stato, in questi anni, un esempio concreto ed efficace di solidarietà promosso dalla Rete Bonvena, che ha consentito di favorire percorsi di autonomia e di reale integrazione delle persone accolte. Un patrimonio di risorse, non solo economiche, che non può essere abbandonato, come la speranza che lo incarna.”
Simone Pulici CGIL MONZA MB
“Un’eccellenza della Brianza. In questi anni ho accompagnato l’idea, la nascita e la crescita dell’esperienza del Fondo HOPE. Un innovativo strumento di costruzione del benessere sul territorio. Oggi, a conti fatti, possiamo affermare che si tratta di un vero e proprio tassello di welfare territoriale. Non un’azione estemporanea, ma ragionata ed efficace. Per queste ragioni dobbiamo proseguire l’impegno e provare a progettarne il futuro. Offrire al territorio un punto di riferimento per le politiche di integrazione e di coesione, premiare l’impegno dei molti che quotidianamente, spesso in silenzio, fanno del nostro territorio un modello di accoglienza.”
Filippo Viganò Presidente CIESSEVI MONZA LECCO SONDRIO
‹‹È da come una società affronta i problemi di chi è più fragile che si misura la sua civiltà, e anche la sua forza.››
“Queste parole del Presidente Sergio Mattarella ben rappresentano quanto è stato costruito nel territorio della Provincia di Monza e Brianza grazie ad un’idea progettuale nata dalla società civile a sostegno di una parte fragile e negletta dell’umanità.
La rete Bonvena, in un’epoca poco ricettiva alle idee di accoglienza e solidarietà, ha contribuito a dare vigore al senso civico, a volte assopito, della Comunità Briantea.
Lo ha fatto con professionalità ed onestà e con un percorso partecipativo al quale, con le proprie competenze, anche il Centro di Servizi per il Volontariato di Monza, Lecco, Sondrio, ha partecipato in modo attivo.
Con gli stessi intenti è giusto proseguire con maggiore impegno a testimonianza delle energie virtuose presenti nel territorio, con l’augurio di poter misurare in crescita la civiltà e la forza della nostra società.”
Mirco Scaccabarozzi Segretario UST CISL MONZA BRIANZA LECCO
“Il filosofo tedesco Ernst Bloch negli anni che seguirono il secondo conflitto mondiale fu il teorico del ‘principio speranza’. Il Fondo Hope, letteralmente Fondo Speranza, ha concretamente incarnato la possibilità di ricostruire esistenze lontano da realtà drammaticamente caratterizzate da guerre, violenze e miseria. Il Fondo ha innervato quell’idea di contaminazione tra realtà che provengono da mondi diversi e che per noi si chiama anche solidarietà, centrando l’obiettivo di favorire l’autonomia e l’affrancamento delle persone dal progetto di accoglienza che le aveva originariamente coinvolte.
Nelle mutate condizioni di oggi siamo a sostenere con forza la possibilità di proseguire questa vitale esperienza, scommettendo sul valore culturale, politico e civile di una Brianza che accoglie.”
LE DICHIARAZIONI DEGLI ENTI DI FORMAZIONE DEI RICHIEDENTI ASILO
Dario Colombo direttore Consorzio Desio Brianza
“Già dal 2015 il ‘Codebri (Consorzio Desio-Brianza)’, ente pubblico costituito dai Comuni di Desio, Cesano Maderno, Muggiò, Bovisio Masciago, Varedo e Nova Milanese e il Consorzio Comunità Brianza Soc. Coop. Soc. – Impresa Sociale stipularono un accordo per attività di formazione rivolta a migranti nell’ambito della RTI Bonvena. L’accordo prevedeva la progettazione e la realizzazione di alcuni percorsi formativi finalizzati a fornire competenze utili e spendibili nel mercato del lavoro. Nel primo anno di attività l’Ambito Formazione Adulti di Codebri ha progettato ed erogato 3 Edizioni di percorsi professionalizzanti. Negli anni siamo arrivati a progettare ed erogare circa 6 edizioni di percorsi professionalizzanti con 24 partecipanti per ciascuna edizione. La struttura formativa così articolata si è rivelata vincente perché ha permesso ai corsisti di sperimentarsi non solo sul versante teorico, ma anche su quello pratico. A seguito anche di questa esperienza, dal 2018 con la convenzione della Prefettura di Monza e Brianza, i percorsi professionalizzanti diretti a persone richiedenti protezione internazionale sono stati regolamentati e ne è stata definita una struttura formativa uniforme per tutti i partner aderenti alla convenzione.”
Davide Bartesaghi presidente Cooperativa In-presa
“Le persone che hanno frequentato il corso hanno dimostrato voglia di imparare e di apprendere le regole e le conoscenze che permettono di inserirsi nel mondo della cucina. Hanno dimostrato di guardare a questa possibilità come a una strada reale per una vita nuova. Allo stesso modo hanno dimostrato un desiderio di volersi inserire e adattare ad un mondo che probabilmente è tanto diverso da quello in cui hanno vissuto sino ad ora.”
CHI SONO I PARTNER DI RTI BONVENA
RTI Bonvena (“bonvena” in esperanto significa “accoglienza”) è formata da 15 imprese sociali della Brianza, le quali hanno dato vita ad un modello di accoglienza innovativo ed unanimemente apprezzato. Il modello si basa su una accoglienza diffusa ed incentrata sull’integrazione. Sono stati attivati, infatti, corsi di italiano, itinerari di volontariato, lavori socialmente utili, inserimenti lavorativi, percorsi di integrazione attraverso lo sport e l’arte, un progetto di etnopsichiatria e supporti legali e sociosanitari. Inoltre la Rete ha preferito affittare appartamenti in condominio favorendo l’integrazione dei richiedenti asilo. La Rete RTI Bonvena è composta da:
- Consorzio Comunità Brianza
- Consorzio Sociale CS&L
- Aeris Cooperativa Sociale
- Associazione Il Mosaico Interculturale Onlus
- Associazione Sulè Onlus
- Azalea Cooperativa Sociale
- Buena Vista Cooperativa Sociale
- Caritas Zona Pastorale V
- Glob Cooperativa Sociale
- La Grande Casa Cooperativa Sociale
- Meta Cooperativa Sociale
- Associazione Natur&-Onlus
- Novo Millennio Cooperativa Sociale
- Pop Cooperativa Sociale
- Sociosfera Cooperativa Sociale