Era il 28 ottobre 2013, esattamente un anno fa, quando il Dialogo di Monza faceva il suo esordio nella rete. Un debutto felice che ha suscitato simpatia, apprezzamento, curiosità e interrogativi, soprattutto in questa fase della nostra vita in cui siamo subissati, a volte sommersi di notizie, informazioni, immagini, video di ogni genere. A cosa serve un nuovo giornale?
Il mondo della comunicazione vive momenti febbrili, pressato dalla rivoluzione permanente imposta dalle nuove tecnologie. Il giornalismo è messo in discussione, il web e i social mostrano costantemente le fragilità di un sistema, quello dei giornali, della Tv, delle radio, che ha perso il monopolio e l’unicità nella diffusione delle notizie. I giovani, secondo recenti sondaggi, preferiscono lo smart phone ai programmi televisivi. Impazzano video clip su social e youtube.
A che serve, dunque, una nuova fonte di notizie in questo ciberspazio digitale ove abbandono parole, immagini, blog, forum, video, aforismi, perle di saggezza, notizie? A che pro un giornale in questo universo di bla, bla, bla?
L’idea de Il Dialogo nasce proprio da questa diaspora informativa: tentare di mettere insieme frammenti di bellezza che affiorano dal mondo della cultura, del sociale da quell’arcipelago di progetti, realtà, iniziative che guardano all’uomo, alla sua fragilità. Andare oltre la polemica, offrire al lettore un luogo, uno spazio, un’oasi in cui si possa percepire il positivo in tutto il suo fascino, la sua bellezza, la sua forza autentica, reale, “propulsiva” per nuove idee, nuove ispirazioni,nuovi progetti.
Il Dialogo è un laboratorio, una sperimentazione. Su queste pagine scrivono i protagonisti della fragilità che hanno un dono speciale, quello di spiegare le difficoltà e la sofferenza, non perché l’hanno studiata sui manuali, ma perché la vivono in prima persona. Sono i maestri di come affrontare situazioni estreme e di dolore. Sono le righe firmate da Luigi Picheca, malato di SLA, ospite del Centro SLAncio di Monza, dagli amici della redazione speciale di Inzago del Centro Simona Sorge, dalla redazione di Scacco Matto del Centro Stellapolare della Cooperativa Novo Millennio che ha svolto un lavoro positivo e molto apprezzato e da tante altre persone che, a vario titolo, attraverso interviste, articoli, immagini raccontano la loro esperienza.
Oltre mille articoli, una redazione a maggioranza femminile, motivata, che accetta di mettersi in gioco, che affronta i problemi, che guarda avanti. Un pubblico di visitatori in crescita: in un anno oltre 45 mila visite, 28 mila visitatori unici, oltre cento mila pagine lette con una media di lettura di più di tre minuti a visita.
A Monza, ma non solo, ci seguono in molti. Incontro persone che apprezzano il giornale, condividono il progetto, ci incoraggiano a proseguire e questo è senz’altro uno sprone ad andare avanti e fare meglio.
In questo anno di Dialogo mi ha colpito che molti giovani si siano interessati al giornale. I ragazzi desiderano partecipare, essere propositivi, dire la loro, rifiutano di essere soggetti passivi come li vorrebbe la tv.
Possiamo, dobbiamo reagire alla difficoltà dei nostri giorni perchè è la stessa vita a suggerirlo. Vogliamo affiancarci a persone che non demordono, che inventano, che investono nel sociale, nella cultura, nel lavoro, persone che hanno a cuore il benessere degli altri e la difesa del bene comune.
Di questo racconta il Dialogo, abbiamo provato a farlo in questo anno, continueremo a provarci.
A tutti i nostri lettori e ai redattori un grazie di cuore. Auguri Dialogo!
Fabrizio Annaro