Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri“
“Donarsi alle persone è il gesto più alto di altruismo, di beneficenza spirituale, di umanità verso il prossimo, specialmente se è rivolto a chi hai amato e sposato e che ancora ami”, mi ha rivelato Demi Moore ospite a Milano della serata “Dal Cuore Alle Mani: Dolce&Gabbana” accennando alla situazione dell’ex marito Bruce Willis, dal quale ha avuto tre figlie, affetto da demenza frontotemporale.
“In questi ultimi giorni mi sono accorta che non mi riconosce”, ha continuato l’attrice con la voce incrinata dal dolore confermando la volontà di stargli accanto conl’incoraggiante disponibilità di una crocerossina volontaria “la mia sofferenza è profonda, devastante perché lo ricordo com’era e adesso lo vedo che non riesce nemmeno a parlare”.
Si ferma nel racconto che le costa un visibile imbarazzo perché lascia intuire l’impotenza di una situazione irreversibile, asciuga una lacrima che scappa dalla voglia di dimostrarsi forte davanti a un dramma personale “devo convincermi che è importante incontrarlo dove è adesso e non aggrapparmi a ciò che era ma non è più… soltanto così posso apprezzare la bellezza di condividere con lui questo percorso così struggente…”.
Un’altra pausa forzata dall’emozione che non ha parole ma sospiri che arrivano direttamente dall’anima “mi sento gratificata nel riuscire a realizzare i suoi bisogni, aiutarlo ad andare avanti e dire che non è ancora finita…”.
Si interrompe di nuovo e poi accendendo una luce di speranza nel suo sguardo che al cinema ha affascinato milioni di spettatori di tutto il mondo “essere avvolti tra le sue braccia è il posto più sicuro… è un vero gentiluomo, ha ancora tanto amore da dare e condividere, un uomo puro e profondamente buono…”.
Demi Moore mi fa intuire con l’innata gentilezza che il momento delle confidenze a un amen dalla confessione sta terminando “…condividere ogni minuto con Bruce dà un senso profondo alla mia vita in un momento in cui sembrava non averne… è lui il vero dono che ho ricevuto, l’effetto benefico di questo apostolato lo sta compiendo Bruce verso di me, non il contrario…”.
Prima di congedarsi legge nel mio sguardo la domanda che tutti si fanno e con la normalità di chi ha deciso di offrire le proprie giornate per aiutare coloro che ne hanno disperatamente bisogno mi spiega accompagnando la risposta con un gesto di pace caro alla kabbalah che ha conosciuto grazie a Madonna “…trovo il coraggio di guardare avanti e la forza di sopportare la sofferenza nella fede e nella preghiera, due componenti che se venissero applicate dall’umanità il mondo non sarebbe in pericolo perché solo chi prega si salva e salva gli altri…”.
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