Il Dialogo del cuore: Elton John

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri.

“La beneficenza mi ha salvato”, ha spiegato Elton John sabato 4 giugno all’ultimo concerto di Milano, unica tappa italiana del suo Farewell Yellow Brick Road – The Final Tour “mi consideravo una persona cinica ed egoista… dedicarmi a chi soffre mi ha fatto tornare umano…”.

L’unica tappa italiana del suo final tour è stata Milano lo scorso 4 giugno

Sir Reginald Kenneth Dwight (vero nome della popstar nominata baronetto dalla Regina Elisabetta nel 1998) ha creduto talmente nella sua nuova mission da essere votato dal Sunday Times, con 26,8 milioni di sterline donate a varie associazioni in Gran Bretagna e Stati Uniti, come personaggio più generoso d’Inghilterra. Che ha continuato a onorarlo. Conferendogli attraverso il principe Carlo l’investitura di membro dell’Ordine dei Compagni d’Onore nel castello di Windsor per l’impegno nella lotta contro l’Aids. 

 

Battaglia iniziata nel 1990 quando ha perso uno dei suoi più cari amici “ho guardato indietro e mi sono reso conto che non avevo fatto abbastanza”. Fino a oggi la Elton John Aids Foundation ha raccolto 350 milioni di dollari “sapere che aiuto chi non si può curare mi dà la forza di continuare”.

Sensibile a ogni forma di sofferenza ha organizzato per chi è stato colpito dal Coronavirus l’iHeart Living Room Concert For America, un concerto virtuale a scopo benefico “per supportare medici e operatori di primo soccorso”.

Fino a oggi la Elton John Aids Foundation ha raccolto 350 milioni di dollari “sapere che aiuto chi non si può curare mi dà la forza di continuare”.

Ogni occasione è giusta per le donazioni. Anche l’evento hollywoodiano più glamour dell’anno. In concomitanza con la serata supervip della consegna degli Oscar Elton organizza dagli Anni 90 un party il cui ricavato (16,99 euro biglietto d’ingresso) è destinato a fondazioni che si occupano dell’infanzia “il vero premio è il sorriso dei piccoli beneficiari”.
Stessa destinazione per il ricavato dalla pubblicazione su Youtube dei suoi concerti storici “gli sguardi di quei bambini valgono mille hit”.

In profonda sintonia con Papa Francesco nella difesa della natura, ha donato 1 milione di dollari per aiutare le vittime degli incendi in Australia “i pompieri sono veri eroi…”.
Difendersi dal fuoco ma anche dall’acqua. Ha comprato casa a Venezia e tenuto concerti per salvarla “un patrimonio di tutta l’umanità”.
L’altruismo veste Elton. Ha messo in vendita 10.000 abiti e accessori griffati per raccogliere fondi da destinare a varie fondazioni “svuotare l’armadio per scopi umanitari mi ha riempito il cuore di emozione”.

La generosità s’illumina a festa a Natale il giorno dell’amore universale. In coppia con Ed Sheeran ha inciso il singolo per beneficenza Merry Christmas “ogni bambino dovrebbe avere un regalo sotto l’albero”.

Elton John insieme a Ed Sheeran ha inciso il singolo per beneficenza Merry Christmas 

E poi il commiato. L’ultimo. Toccante. “Saluto Milano e l’Italia perché dal prossimo anno lascio la musica per occuparmi solo dei miei figli…”. Subito dopo si sono spente le luci. Su San Siro. Ma non sul suo cuore. Che non è “cold heart” come il titolo del suo ultimo successo. Perché il volontariato per lui non è mai stato un “sacrifice” altro titolo supercantato. Da tutti.

 

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