Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri
Madonna ha chiesto ospitalità. Le è stato risposto di no. Ha insistito. Supplicato. Ma niente da fare. Non c’era posto. E’ successo a Milano (non a Betlemme) dove Madonna Ciccone era in tournée e voleva cenare nella mitica trattoria meneghina La Latteria di via San Marco in Brera.
Purtroppo era chiusa. Per turno. E i proprietari non ne hanno voluto sapere di fare un’eccezione. Lei ha puntato sulla popolarità “sono Madonna”. Ma, come ci ha spiegato lei stessa nel punto stampa, non le è stato aperto “non sono stati generosi”. Come invece la pop star italoamericana è sempre stata, a suo modo e col suo stile particolare, verso il prossimo “non è giusto che la gente soffra, soprattutto i bambini”.
Una promessa fatta sotto l’albero di un Natale triste di quando non era ancora la cantante più famosa e pagata del mondo che ha mantenuto negli anni. Anche nei festeggiamenti privati. Come il suo sessantesimo compleanno quando ha organizzato una raccolta fondi da devolvere alla sua fondazione Raising Malawi “ogni dollaro raccolto si trasformerà in pasti, scuole, uniformi e assistenza sanitaria per i bambini del Malawi”. Paese al quale è particolarmente legata avendo adottato quattro bambini e dove ha inaugurato l’ala di un ospedale per l’infanzia più disagiata “la salute dei più piccoli è preziosissima”.
Talmente preziosa da donare tre suoi NFT (Non-Fungible Tokens) della collezione Mother of Creation realizzata in collaborazione con l’artista Beeple (Mike Winkelmann) ad alcune associazioni non profit come Voices of Children Foundation, City of Joy Foundation e Black Mama’s Bail Out “per i più piccoli ogni occasione è giusta per scendere in campo”.
L’ha fatto anche nel mitico stadio londinese di Wembley dove ha donato il ricavato del concerto Live Earth ad alcune associazioni locali che si occupano degli ultimi e degli emarginati che sopravvivono in strada “non ho mai dimenticato le mie origini”.
Sono riaffiorate in modo struggente quando ha cantato “Don’t cry for me Argentina” interpretando Evita Peron nell’omonimo film “il mio cuore soffriva veramente perché pensavo ai migranti che rischiavano la vita e alla loro esistenza nel nuovo Paese… così ho devoluto gran parte del mio compenso alle organizzazioni che si occupano dei bambini senza futuro”.
Who’s that girl?, si chiedeva in un film-cult. Il dilemma è sempre attuale: chi è veramente questa ragazza che regala un pezzo del proprio cuore a chi ne ha bisogno e poi sul palco diventa un’icona che dà scandalo? La risposta arriva da Christie’s la prestigiosa casa d’asta di New York dove certi scatti controversi sono stati battuti per beneficenza a un prezzo di partenza di 300.000 dollari ciascuno “donare al prossimo non deve mai passare di moda”.
Tutt’altro, se c’è di mezzo l’ex material girl. Che riempie di sogni umanitari due tote bag realizzate in numero limitato in collaborazione con il brand Ministry of Tomorrow (famoso per realizzare accessori biologici provenienti da canali di commercio equo e solidale). Il ricavato è andato in misura eguale a Raising Malawi e al Chema Vision Children’s Center “l’obiettivo è di rispondere ai bisogni critici dei bambini vulnerabili”.
Anche gli adulti possono essere o diventare molto vulnerabili, specie se travolti da una pandemia come il coronavirus. Aveva collaborato con la fondazione Bill and Melinda Gates per trovare un metodo efficace di guarigione e prevenzione al momento del Covid-19 “è stato difficile cambiare stile di vita ma andava difeso il diritto alla salute come vanno difesi i diritti delle donne”.
Cercasi femminista disperatamente, avrebbe cantato adesso. Invece ha scelto la via dell’arte donando 5,3 milioni di euro ricavati dalla vendita di uno dei quadri della sua griffatissima collezione alle associazioni che si occupano della costruzione di scuole in Paesi sessisti come Afghanistan e Pakistan “non posso accettare un mondo dove le donne vengono fucilate, ferite e ammazzate per il fatto di andare a scuola o di insegnare in scuole femminili”.
E poi un lungo elenco di gesti di volontariato recitati like a prayer, come una preghiera. Che però non cancella il dubbio di chi sospetta che non sia in buona fede. Intanto ha chiamato sua figlia Lourdes “like a Virgin”. Alleluia!