Dialogo del cuore: Massimo Giletti

Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono grandi anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri

Inferno. Andata e ritorno. Massimo Giletti ha voluto condurre dagli scenari apocalittici dell’Ucraina bombardata il talk show di La7 Non è l’Arena per guardare in faccia la morte disumana dei bambini, raccontare da vicino la violenza devastante del Male.

“Ho avuto la conferma che solo la forza del Bene può placare la belva inferocita che si scatena negli uomini”, mi ha spiegato, “stando là, tra donne disperate, anziani senza destino e bambini segnati per sempre, si può capire che alle armi si deve rispondere con l’amore per il prossimo…”.

Ha continuato cercando nella sua sensibilità le parole più incisive per descrivere un dramma indescrivibile “tra quelle macerie dove sembra che la carità umana si sia arresa mi sono rafforzato nella scelta, fatta molti anni fa, del volontariato, nella decisione di offrire a chi soffre il mio tempo libero andando a Lourdes dove c’è la risposta a tutto…”.

Una “vocazione” che arriva da lontano “dai 6 ai 16 anni portavo un busto rigido per una forma grave di scoliosi con numerosi ricoveri in ospedale”.

Per 30 volte ha accompagnato gli ammalati a Lourdes prima con Unitalsi e ora con Oftal sacrificando spesso le vacanze estive per stare accanto ai dimenticati “nei primi vent’anni li accudivo in viaggio e li aiutavo nell’immersione nelle piscine… ho assistito alla guarigione miracolosa di un paziente terminale”.

Aveva 10 anni quando era andato la prima volta alla Grotta con la madre e la nonna “sono rimasto subito colpito dal quel luogo… ho sentito dentro la voglia di dedicarmi agli ultimi, a chi soffre”. Missione, a un amen dall’apostolato, che ha continuato come giornalista, andando dove si ascoltano i missili anziché il cuore.

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