Chi ha avuto fortuna nella vita si ricorda di coloro (e sono tanti) che stanno peggio? I cosiddetti big sono anche in beneficenza? Le stelle brillano in solidarietà? Le risposte in questo viaggio alla scoperta del senso della prossimità dei personaggi famosi guidato dal giornalista-scrittore Claudio Pollastri“
“Mi piacerebbe essere ricordata dal mio pubblico come una grande madre più che come una brava attrice”, mi ha confidato Sharon Stone ospite del Teatro Antico per la 70^ edizione del Taormina Film Festival parlando della vita privata e dell’amore dei figli adottivi che le hanno regalato una nuova felicità.
“Durante il matrimonio con Phil Bronstein sposato nel 1998 ho subito diversi aborti spontanei a causa di una malattia autoimmune che non mi ha permesso di avere figli biologici… così con Phil ho deciso di adottare un bambino, Roan Joseph Bronstein…”.
Dopo il divorzio da Phil, Sharon ha adottato altri due bambini, Laird Vonne e Quinn Kellky che hanno cambiato completamente il senso delle sue giornate dove il dolore è stato il rovescio troppo crudo della medaglia del successo e dei dollari.
Da adolescente ha rischiato la vita mentre andava a cavallo e nel 1990, sul Sunset Boulevard, a Los Angeles, ha avuto un incidente stradale subendo la frattura della scapola e della mascella, oltre a contusioni varie. Ha visto la morte da vicino nel 2001 quando è stata colpita da un’emorragia subaracnoidea da dissezione dell’arteria vertebrale costringendola a un lungo ricovero.
“Per fortuna ci sono i miei tre figli adottivi, una benedizione dal cielo che riempiono la mia vita d’amore… grazie a loro ha potuto realizzare il sogno di avere la famiglia che ho sempre desiderato…”.
Indiscussa sex symbol per l’indimenticabile “Basic Instinct”, in realtà si sente più a suo agio nel ruolo di un genitore di cuore che non ha mai smesso di credere e di sperare che un giorno sarebbe diventata mamma allargando la sua famiglia.
“Il destino non mi ha fatto il dono della maternità allora cerco di essere una brava mamma adottiva… sono profondamente convinta che l’adozione sia uno strumento di Dio per avere figli perché mamma non è chi li partorisce ma chi li ama…”.
La felicità di essere madre cancella d’un colpo la difficoltà di crescere tre bambini da single con un lavoro totalizzante e senza orari “…i figli hanno portato più amicizia, aiuto, gentilezza, amore nella mia vita…”.