di Fabrizio Annaro
Oggi, 28 ottobre 2023, Il Dialogo di Monza – La provocazione del bene compie 10 anni! Era il 28 ottobre del 2013 quando questo giornale faceva il suo esordio in rete. Per noi era un fatto rivoluzionario proporre un giornale che raccontasse il bene, le buone notizie, la positività.
Una sfida titanica visto che la cultura dominante della comunicazione e del giornalismo guardano con sospetto, ma soprattutto con poca convinzione, il proporre progetti editoriali fondati sulla positività e sulla buona notizia. Secondo questa visione la buona notizia è noiosa, non produce emotività, non fa scalpore, “non vende”, non fa audience. Il bene c’è ma non si vede ed è meglio tenerlo nascosto. Eppure in questi 10 anni sono nati giornali e riviste che hanno aderito all’idea di raccontare il bene. Scriveresistere, Mezzopieno, Malub, Corriere Buone Notizie, Positizie.
Programmi culturali, pagine e rubriche delle principali testate nazionali hanno sentito l’esigenza di pubblicare articoli che informassero anche sul versante del sociale. Si è diffusa l’esigenza di offrire un’informazione costruttiva, serena, non urlata. Un’informazione che rendesse un servizio alla comunità: per migliorarla, valorizzare le energie positive, la capacità di resilienza e di reazione ai fatti negativi della vita.
La domanda che ci poniamo oggi, dopo dieci anni di articoli, video e servizi è: ha ancora senso cercare e raccontare il bene in un mondo minacciato dalla guerra, dalla crisi ecologica, dove l’odio si diffonde a macchia d’olio, dove le persone vivono sempre più il disagio, dove le relazioni sono difficili e spesso provvisorie? Dove il male appare trionfare in tantissimi ambiti?
La risposta è Si! Ci sono persone che non si arrendono, che avvertono l’esigenza di costruire, di offrire risposte ed occasioni di speranza. Il Dialogo di Monza desidera raccontare di queste persone senza oscurare le problematiche, con la volontà di evidenziare come dalle situazioni complesse e difficili, apparentemente senza speranza, sorgano inaspettati frutti di bene.
Ricordo le parole dell’Arcivescovo sudafricano Tutu recentemente scomparso e che ha speso tutta una vita contro l’Apartheid: “Il sangue e la guerra civile appariva ai nostri occhi infinita. Ogni speranza sembrava un’illusione. Eppure, inaspettatamente si sono create le condizioni per un processo di rinascita e di riappacificazione. Mandela è stato liberato, l’ANC ha vinto l’elezioni. Abbiamo lavorato con sudore e fatica per una giustizia ripartiva, per una riconciliazione. La Storia ha sempre un epilogo imprevedibile ed inaspettato.”
Dal mondo della fragilità, dell’apparente debolezza, nascono i nuovi “buon samaritani” di questa epoca. A Monza l’elenco sarebbe lungo. Sono le persone che Dominique Lapierre amava chiamare le “luci del mondo”.
L’umanità oggi attraversa, forse, il suo momento più difficile. Le persone sentono il peso, il disagio, la sofferenza e soprattutto l’impotenza di fronte a questa situazione.
Negli anni ’70 Aldo Moro ha scritto un articolo per Il Giorno titolato: “Il bene c’è ma non fa notizia” (pubblicato anche dal nostro giornale). Desidero concludere proprio con dieci righe (in realtà tredici) tratte da questo articolo.
“E’ lontana da me l’idea – scrive Aldo Moro – di dare un giudizio morale. Vorrei solo rettificare una visione troppo angusta e, forse, troppo rassegnata degli avvenimenti umani e sociali. Ed infatti si può dire in generale, si può dire anche oggi, malgrado tutto, che la realtà sia tutta e solo quella che risulta dalla cronaca deprimente, e talvolta agghiacciante, di un giornale?
Certo il bene non fa notizia. Quello che è al suo posto, quello che è vero, quello che favorisce l’armonia è molto meno suscettibile di essere notato e rilevato che non siano quei dati, fuori della regola, i quali pongono problemi per l’uomo e per la società. Ma questa ragione, per così dire, tecnica, questo costituire sorpresa, questo eccitare la curiosità non escludono certo che, nella realtà … ci sia il bene, il bene più del male, l’armonia più della discordia, la norma più dell’eccezione.
Penso all’immensa trama di amore che unisce il mondo, ad esperienze religiose autentiche, a famiglie ordinate, a slanci generosi di giovani, a forme di operosa solidarietà con gli emarginati ed il Terzo Mondo, a comunità sociali, al commovente attaccamento di operai al loro lavoro. Gli esempi si potrebbero moltiplicare. Basta guardare là dove troppo spesso non si guarda e interessarsi di quello che troppo spesso non interessa.”
Proviamo a far tesoro di queste parole. Auguri Dialogo di Monza!
Le tappe del Dialogo:
2013 – ottobre: Eccoci al via! la prima edizione online
2014 La mostra fotografica Tandem
2015 Il Docufilm Tempo Libero girato nel Carcere di Monza regia di Enzo Biffi. Hanno collaborato Camilla Mantegazza, Paolo Terraneo Dario Cogliati e tutta la redazione del Dialogo
2015 La mostra fotgrafica A Passo Lento Cascina Costa Bassa Parco di Monza
2016 La Porta del Dialogo opera di Enzo Biffi, mostra itinerarnte per la città
2016 Luigi Picheca grazie alla sua rubrica Scritti con SLAncio diventa giornalista
2017 La mostra del Lavoro che resiste – Lissone 1° maggio a cura di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli
2018 il film sui giovani: Carte da Decifrare regia di Enzo Biffi, sostenuto da Caritas Monza
2019 La mostra del Lavoro che resiste – Albiate a cura di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli
2021 Il Seme della Rinascita opera di Enzo Biffi installata al Santuario delle Grazie di Monza