Dietro al muro di Berlino

muro berlinodi Luigi Picheca

Il muro di Berlino è stato il simbolo della separazione non solo della città tedesca ma di due mondi, di due potenze in continuo dissidio.
Il muro divideva anche due modi di concepire la vita di popoli che hanno conosciuto grandi rinunce e che hanno subito grandi privazioni, sia morali che fisiche.
Forse la filosofia comunista  poteva essere applicata meglio o forse era destinata comunque a soccombere a causa della naturale tendenza che l’uomo ha per la libertà.
La libertà ha saputo sempre spezzare le catene che tenevano prigioniero l’uomo da dittature, despoti e forme di schiavitù e non poteva essere oppresso neppure dal nazifascismo o dal comunismo imposto a mezzo mondo.
La Grande Madre Russia ha perseguito questo obiettivo imponendo il comunismo ai Paesi che rientravano sotto il suo dominio dividendo l’Europa in due blocchi: orientale e occidentale.
Giusto come Berlino!
Ma la vita imposta dai russi sui popoli forzatamente sottomessi alla loro politica erano destinati a guardare verso occidente, verso quei Paesi in cui si viveva liberi e  che erano considerati esempi diabolici dal regime comunista cui erano sottoposti.
Nell’Europa Orientale si viveva nel modo che i russi consideravano perfetto e compatibile con la loro filosofia. Ma non corrispondeva alla realtà. Essere russi comportava dei privilegi che prendevano consistenza nella vita quotidiana permettendogli di avere la priorità di diritto nei confronti di chi apparteneva ad un altro Paese e questo gli dava il diritto di impossessarsi della terra che veniva distribuita anche negli altri Stati sotto la loro influenza.
caduta-muro
In Romania, per esempio, i russi avevano diritto di prelazione sui rumeni stessi per la distribuzione dei terreni confiscati ai latifondisti dopo la fine della guerra, quando russi e americani hanno concluso la spartizione dei territori da loro conquistati.
Nell’Europa comunista non era agevole vivere in un clima di terrore, le spie al servizio delle Milizie erano ovunque e dovevano riferire qualsiasi cosa non rispondesse alle direttive del Partito.
Le spie potevano essere anche familiari caduti, per qualche motivo, sotto la rigida  applicazione delle leggi. Se qualcuno ascoltava le radio occidentali, contravvenendo alle disposizioni politiche, venivano subito segnalati e venivano prelevati dalla Milizia e subivano la loro punizione ed entravano a loro volta nel giro delle spie di regime. Non era facile sottrarsi a questo mutuo controllo costantemente estorto ai cittadini comuni. Le personalità o coloro che facevano parte della dirigenza, si potevano concedere qualche privilegio di più, certamente nessuno si sarebbe sognato di andare a denunciarli!
Il cibo era distribuito mediante le tessere e non c’era molto di più da comprare, il mercato nero era inaccessibile ai poveri ed era riservato a chi disponeva di denaro. La scuola era obbligatoria ma si dovevano conseguire buoni risultati per avere diritto a proseguire gli studi, solitamente riservati ai cittadini facoltosi o  ai dirigenti politici.
Le case venivano assegnate a chi lavorava in modo automatico, la pigione veniva trattenuta direttamente dalla busta paga.
Il lavoro era considerato obbligatorio e veniva assegnato secondo una graduatoria o secondo le esigenze.
La Sanità Pubblica era elargita con criteri abbastanza equi ma bisognava evitare quella categoria di medici raccomandati e figli di papà per ricevere le cure del caso.
Insomma, una vita a tinte fosche che alla fine degli anni ’80  ha decretato la fine del comunismo e l’abbattimento di un muro che doveva separare il bene del regime comunista dal male del capitalismo, simbolo di corruzione.

Luigi Picheca

image_pdfVersione stampabile