Cos’è la diversità? La Cooperativa Lambro in cerca di una risposta

CIMG4377_webSabato 25 ottobre, presso l’Urban Center di Monza, la Cooperativa Lambro ha voluto coronare i festeggiamenti per i 30 anni di attività sul territorio monzese tramite l’organizzazione di un convegno che avesse come fine la riflessione circa lo sviluppo di un nuovo paradigma da costruirsi attorno al concetto di diversità che, come ha sottolineato la Responsabile della Cooperativa Daniela Amici, “può essere caricata di positività” nel momento in cui la fragilità è vista come una culla di risorse “nel rispetto e nella consapevolezza dei limiti” presenti in tutti coloro che, a ragione o a torto, sono considerati “diversi”.

Ad apertura del convegno, il Vicesindaco di Monza e Assessore alle Politiche Sociali Cherubina Bertola ha voluto sottolineare l’importante azione svolta dalla Cooperativa Lambro, in stretta e continua collaborazione con le istituzioni cittadine, al fine di favorire l’integrazione sociale di coloro che,  individuati malamente come “diversi”, vengono privati di quotidiane possibilità lavorative, ludico-sportive e produttive a cui la Cooperativa cerca di sopperire, tramite lo sviluppo di programmi individualizzati e mirati ad esaltare le risorse presenti in qualsiasi utente che, di volta in volta, richiede un diverso tipo di aiuto.

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A seguito di un breve intervento di presentazione della Cooperativa Lambro da parte del suo Presidente Gianfranco Colombo, la parola è passata a Massimiliano Verga, docente di Sociologia del Diritto presso l’Università Bicocca, che, rendendo pubblica la propria storia di padre, ha voluto raccontare cosa significhi vivere a stretto contatto con la diversità di un figlio giudicato affetto da una “severa disabilità”. In particolare, tramite aneddoti, piccole storie quotidiane e citazioni di alcuni passi tratti dai suoi libri (Zigulì. La mia vita dolceamara con un figlio disabile, 2012, Mondadori e Un gettone di libertà, 2014, Mondadori) Verga ha voluto proporre un mondo fatto di rabbia, angoscia, senso di smarrimento e solitudine, a cui, però, non mancano tocchi di gioia, ironia e costante riflessione, alla ricerca di una positività che di tanto in tanto riesce ad emergere.

L’attenzione, poi, è stata rivolta verso Simona Colpani, consulente pedagogica, psicomotricista e formatrice, che, dopo una lunga esperienza professionale maturata nel mondo della disabilità, è giunta alla consapevolezza che “la diversità è negli occhi di chi guarda, nelle aspettative che ognuno di noi proietta sull’altro”. La Colpani, dunque, ha concentrato il suo intervento sulla messa in discussione del valore che si dà alla diversità, con le sue accezioni esclusivamente negative e, fondamentalmente, sterili di significato.

Così, la diversità si carica di mille nuove sfaccettature che necessitano di un complesso lavoro di valorizzazione, nella convinzione che tale concetto possa, un giorno, divenire sinonimo di “risorsa”.