di Francesca Radaelli
Una serata per sole donne. Si presenta così “Svelarsi”, lo spettacolo – evento andato in scena lo scorso mercoledì 5 marzo al Teatro Manzoni di Monza. La precisazione tra parentesi che, sulla locandina, segue la parola “donne” -(cis, trans, non binarie) – già rende l’idea di quanto sia difficile circoscrivere oggi il concetto di “femminile”. Ma ciò che si vuole escludere dalla serata, spiega la regista nella presentazione dello spettacolo, è soprattutto lo sguardo maschile “ giudicante” e “predatore” sui corpi femminili.
Al centro ci sono infatti proprio loro: i corpi delle attrici che si mettono a nudo di fronte a una platea chiamata a una ‘sorellanza’ istintiva, che risponde con applausi e urla di approvazione verso qualsiasi gesto quei corpi “svelati” compiano, muovendosi sul palcoscenico o tra le poltroncine della platea: analisi ironiche dei propri difetti fisici, pose esagerate, danze disinibite, posture da opinioniste televisive, coming out “urlati” dei propri sensi di colpa…
Le donne del pubblico – di tutte le età – applaudono, rispondono, partecipano con entusiasmo, si fanno coinvolgere, con i loro corpi, dagli stimoli delle attrici. Ed è forse questo il vero spettacolo di una serata che in sostanza è soprattutto un grande rito celebrativo della femminilità e della corporeità così com’ è: senza trucco, senza maschere, senza vestiti.
Come racconta la regista Silvia Gallerano al termine della performance, tutto è nato da un laboratorio teatrale sperimentale sulla nudità e sulla libertà di esprimere sé stesse. Un esperimento che viene riproposto a ogni rappresentazione e coinvolge tutte le partecipanti alle serate-evento.
A giudicare dalla risposta entusiastica del pubblico di mercoledì, anche a Monza le donne – di tutte le età – sembrano avere un gran bisogno di sentirsi libere di “svelarsi”…