di Francesca Radaelli
Forse non tutti sanno che il primo sistema di immunizzazione preventiva da una malattia si deve a una donna.
La malattia in questione è il vaiolo, la stessa per la quale nei primi anni dell’Ottocento, fu messo a punto il primo vaccino, grazie al celebre medico britannico Edward Jenner.
La donna in questione, decisamente meno celebre, è invece Mary Wortley Montagu, vissuta tra il 1689 e il 1762: una nobile signora inglese che per prima diffuse in Occidente la cosiddetta “variolizzazione”, una tecnica che lady Montagu conobbe e apprese in Oriente.
Per tutta la vita Mary Wortley Montagu fu una donna colta e curiosa, appassionata di scienza, ma anche spinta da terribili esperienze personali. Prima fra tutte la morte del fratello in giovanissima età a causa del vaiolo, ma anche le cicatrici sul proprio corpo lasciate dalla malattia e la paura che questa potesse colpire i propri figli.
Figlia del duca di Kingstone, Mary ebbe la possibilità di ricevere un’ottima istruzione, che sarà alla base della sua attività di scrittrice e poetessa, e iniziò a manifestare il proprio spirito di indipendenza sfuggendo al matrimonio combinato predisposto dai suoi familiari. A 23 anni infatti fuggì da casa per sposare in segreto Edward Wortley Montagu, che di lì a poco ricevette l’incarico di ambasciatore britannico presso l’impero ottomano.
In Turchia: l’incontro con un’altra cultura
Così Mary seguì il marito a Costantinopoli insieme al figlio di tre anni. Iniziò per lei un periodo ricco di stimoli e incontri. Imparò infatti a conoscere i diversi aspetti della cultura orientale e li raccontò negli scambi epistolari che compongono il corpus delle sue “Turkish Embassy Letters”. In particolare, nelle cosiddette “zenana”, i locali che nelle case turche sono riservati alle sole donne, Mary assiste alla pratica dell’“innesto”, mai sperimentata nel mondo occidentale. La pratica consiste nel prelevare una piccola parte infetta dal corpo di una persona malata di vaiolo e inocularla in un paziente sano. L’infezione, contenuta e localizzata, fa reagire l’organismo del paziente, senza causare danni gravi, ma riuscendo a renderlo immune alla malattia.
Lady Mary, che portava sul proprio corpo le cicatrici lasciate dal vaiolo e nel proprio cuore quelle tremende per la morte del fratello William a causa della malattia, si convinse dell’efficacia di questo metodo. Al punto che decise di sperimentarla sul figlio primogenito. Il bambino venne così sottoposto all’innesto e superò l’intervento senza riportare nessun danno. Questa sarà la prova scientifica che Mary, una volta tornata in Inghilterra, userà per promuovere il nuovo metodo di profilassi.
La variolizzazione in Inghilterra
Nel 1721 in Inghilterra scoppia una terribile epidemia di vaiolo. Lady Mary, che nel frattempo è tornata in patria e si è separata dal marito non senza suscitare scandalo, decide di esporsi in prima persona per diffondere il metodo di immunizzazione appreso in Oriente. Così decide di ripetere la “variolizzazione” sulla propria figlia minore, questa volta in Inghilterra e di fronte ad alcuni testimoni oculari. Il successo dell’operazione, scientificamente documentato, ha una grandissima risonanza, anche sulla stampa dell’epoca.
Persino la principessa Carolina di Galles si convince a sottoporre all’innesto le proprie figlie. Ma prima, decide di ampliare il campione del “test”. L’innesto viene infatti ulteriormente testato su sei condannati a morte che ricevono in cambio la libertà. Anche questa volta l’operazione va a buon fine. In un ulteriore test, vengono sottoposti a variolizzazione anche undici orfani di Londra. L’esperimento ha nuovamente successo. A questo punto i membri della famiglia reale decidono di sottoporsi in prima persona alla variolizzazione.
Il successo (controverso) dell’immunizzazione
Non tutti però accolgono con entusiasmo la nuova pratica. Nel corso delle variolizzazioni si verificano anche alcuni decessi, dovuti probabilmente alle modalità con cui veniva effettuata l’iniezione, e una parte dell’opinione pubblica inizia a guardare con sospetto questa pratica “pericolosa”, insinuando il dubbio che essa non faccia altro che favorire il diffondersi dell’epidemia.
Ma alla fine i risultati positivi fanno sì che sempre più persone aderiscano alla variolizzazione: tra il 1721 e il 1728 ben 897 persone si sottopongono all’operazione, di cui solo 17 non superano l’innesto. Nello stesso periodo, il vaiolo causa circa il 9% delle morti complessive registrate in Inghilterra.
Qualche decennio dopo sarà Edward Jenner a raccogliere il testimone di lady Mary, sviluppando una tecnica di immunizzazione più sicura, attraverso il vaiolo bovino. A questa donna bisogna però riconoscere il merito di aver salvato dal vaiolo migliaia di persone, grazie alla propria capacità di riconoscere la validità di una pratica in uso in un’altra cultura. E grazie al coraggio di affermare le proprie convinzioni scientifiche di fronte ai medici uomini del suo tempo.