Daniela Zanuso
Che i soldi non facessero la felicità già lo sapevano. Ora ne riceviamo conferma dal World Happiness Report delle Nazioni Unite, che è la classifica annuale dei Paesi più felici. Diffusa in occasione della Giornata Mondiale della Felicità che si celebra oggi 20 marzo, il report del 2018 mette sul podio la Finlandia. Non è il paese più ricco fra i Paesi nordici, anzi il suo PIL è nettamente inferiore anche a quello degli Usa, ma è il paese più felice.
Qual è il suo segreto? La Finlandia è considerato un paese stabile, ben governato, sicuro. Certo le tasse sono più alte che da noi, ma i finlandesi ritengono che pagarle sia un investimento in qualità della vita. E’ un paese dove tutto il sistema è pensato per andare incontro a mamme e bambini, dove la parità di genere si impara fin dall’asilo, dove portafogli e cellulari vengono sempre riconsegnati al legittimo proprietario, dove l’acqua è tra le più pulite al mondo.
Medaglia d’argento alla Norvegia (in vetta lo scorso anno) mentre la Danimarca si piazza la terzo posto. Seguono Islanda, Svizzera e Olanda. L’Italia guadagna una posizione ma figura solo al 47esimo posto. In verità da anni il podio se lo contendono sempre le stesse nazioni, ma è utile anche osservare che il Togo per esempio negli ultimi anni ha conquistato 17 posizioni.
Partiamo dal concetto che per felicità si intende il grado di benessere complessivo e di soddisfazione per la propria vita che va misurato attraverso alcuni parametri. Naturalmente c’è da considerare il reddito pro capite, l’istruzione e la salute, ma conta molto anche la presenza di qualcuno su cui contare, la libertà di fare le proprie scelte di vita, l’assenza di corruzione e l’inclusione, l’aspettativa di una vita.
Quest’anno il World Happiness Report, oltre alla consueta classifica dei livelli e dei cambiamenti di felicità in tutto il mondo, ha considerato la migrazione all’interno e tra i paesi. I dieci paesi più felici nella classifica generale sono anche dieci dei primi undici paesi nella classifica della felicità degli immigrati.