di Francesca Radaelli
Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto / un poco più da presso, un più preciso patto / un apostrofo roseo messo tra le parole / t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante / d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante.
Il 2 dicembre 1918 moriva, a Parigi, Edmond Rostand, il drammaturgo francese che diede forma a uno degli eroi teatrali più celebri e amati: Cyrano de Bergerac. Cadetto di Guascogna e formidabile spadaccino, ma anche autore di versi poetici appassionati e irresistibili, il Cyrano di Rostand si ispira a un personaggio realmente esistito, ossia Savinien Cyrano de Bergerac, vissuto qualche secolo prima, nel Seicento, che passato alle cronache come un impetuoso poeta-spadaccino, probabilmente omosessuale, annoverato nel movimento letterario dei ‘libertini’ e autore di opere antesignane del genere fantascientifico.
Su di lui circolavano racconti e leggende da cui Rostand attinge a piene mani, per creare il ‘suo’ Cyrano. Quando scrive l’opera non ha nemmeno trent’anni, è un giovane autore che già ha visto rappresentati sul palcoscenico della celebre Comedie Française alcuni dei propri testi, e che frequenta vere e proprie star del teatro francese di allora, come l’attrice Sarah Benrhardt e l’attore Benoît-Constant Coquelin, detto Ainé. E’ proprio quest’ultimo a chiedere a Rostand di scrivergli una parte su misura ed è pensando a Coquelin che Rostand trasforma la figura storica di Cyrano de Bergerac nello sfortunato eroe dal naso enorme e mostruoso, segretamente innamorato della bella Rossana, un personaggio indimenticabile che ha fatto e continua a fare la storia del teatro.
Si racconta che un giorno un amico di Rostand raccontò allo scrittore di essere innamorato di una ragazza di cui però non riusciva ad attrarre l’attenzione, né tantomeno l’interesse: “Non mi ascolta nemmeno”, si lamentava il giovane. “Ma voi che cosa le dite?”, chiese Rostand. “Le dico che l’amo”. “E poi?”. “E poi ricomincio”. “E poi?”. “Tutto qui”. “Quando vi amerà sarà sufficiente”, disse allora il poeta. “Ma adesso serve altro. Le servono parole, frasi, paradossi”. Quelli che lo stesso Rostand suggerì all’amico nei giorni successivi, insegnandogli a essere un amante appassionato e romantico e permettendogli così di conquistare il cuore della donna. Allo stesso modo il suo Cyrano metterà in bocca all’aitante Cristiano le parole con cui lui riuscirà a conquistare, ingannandola un po’, la bella Rossana di cui entrambi sono innamorati.
La prima rappresentazione del Cyrano di Rostand e Coquelin avviene nel dicembre del 1897. Edmond è molto preoccupato: teme soprattutto che l’enorme naso finto di Cyrano non riesca a resistere per tutti e cinque gli atti del dramma. Invece tutto va alla grande e lo spettacolo è un successo clamoroso. Al termine della rappresentazione gli attori vengono richiamati sul palco ben 40 volte dagli applausi del pubblico e il Presidente del Consiglio in persona annuncia di voler conferire a Rostand la Legion d’onore. L’autore del Cyrano de Bergerac diventa il più giovane accademico di Francia.
Anche oggi, a quasi cent’anni dalla sua morte, l’eroe di Rostand gode di ottima salute. Cyrano è vivissimo, nelle frasi da cioccolatino così come nelle canzoni dei cantautori italiani, viene interpretato al cinema da attori del calibro di Gerard Depardieu ma è anche al centro di film più leggeri, come quello di Aldo, Giovanni e Giacomo. Ma soprattutto Cyrano è ancora vivissimo sui palcoscenici teatrali. Ossia il luogo più naturale e familiare per un personaggio capace di incarnare passioni tumultuose e di nascondersi dietro maschere indimenticabili.