En plein air: da San Cristoforo a Sant’Ambrogio

da Ilainmovimento – Logo di Filippo Carletti

Inauguriamo una rubrica che titoliamo “En plein air” e che, per alcuni mesi, troverete ogni venerdì sul nostro giornale. La proposta si rivolge in particolar modo agli amanti dell’aria aperta: camminate, itinerari su due ruote, escursioni nella natura. Partiamo con una passeggiata alla scoperta di Milano.

Camminare per Milano è sempre una sorpresa.  La città infatti dietro le vie dello shopping, nasconde tesori bellissimi: vicoli silenziosi, chiese, palazzi e giardini che spesso non conosciamo.

La Chiesa di San Cristoforo

Questo percorso, alla scoperta di alcuni tesori della città, è di 8 km circa: parte dalla stazione FS di Porta Genova e arriva in Sant’Ambrogio.  Il tempo dipende dalle visite, ma calcolate minimo 3 ore.  

Dalla stazione si raggiunge l’Alzaia Naviglio Grande, passando per via Casale. A destra, lungo il canale e allontanandosi dal centro, si continua per circa 2 km sempre dritto, finché si scorge il campanile rosso della piccola chiesa di San Cristoforo. Il Campanile quattrocentesco veniva chiamato il “faro meneghino” perchè visibile a distanza da coloro che arrivavano dal Ticino.
 
La chiesa è composta da due navate molto semplici, dovute all’unione nel 1600 di due chiese distinte. La più antica, quella di sinistra risale al 1200 e corrisponde all’attuale navata sinistra; l’altra costruita due secoli più tardi per volere di Gian Galeazzo Visconti per adempiere al voto popolare per la cessazione della peste.
Molti sono gli episodi della storia di Milano cui questa chiesa ha fatto da palcoscenico.
 
Il cortile degli artisti

Dopo questa visita ci si dirige verso la darsena. Lungo il percorso si incontrano due angoli molto suggestivi: vicolo dei lavandai e il cortile degli artisti.

Una passeggiata lungo la darsena e poi si attraversa il vialone e si imbocca via Arena, la si risale passando a fianco di Conca del Naviglio e il verde di un parchetto annuncia l’arrivo alla prossima tappa: l’anfiteatro romano.

I resti dell’anfiteatro romano
 
Già, non tutti sanno che a Milano ci sono i resti di un anfiteatro a cui si accede da via De Amicis 17 entrando in un palazzo e attraversando un bel cortile ed un chiostro.  Attenzione la domenica è chiuso.
Raggiunta via Cesare Correnti si prosegue fino a via Torino, al cui inizio si svolta in via San Sisto e qui un’altra sorpresa: il museo studio Francesco Messina all’interno della chiesa sconsacrata di San Sisto al Carrobbio. Il museo, (entrata gratuita), ospita spesso esposizioni e mostre interessanti, oltre ad opere dello stesso Messina.
Il Chiostro delle Umiliate di Milano dell’ex monastero di Santa Maria Maddalena al Cerchio
 
Si procede in Via San Sisto, poi a sinistra in via Circo, quindi a destra in via Cappuccio e si entra nel cuore della vecchia Milano, o meglio Mediolanum. Qui antiche mura nascondo il chiostro quattrocentesco del Cappuccio, ovvero il chiostro dell’umiliate dell’ex monastero di Santa Maria Maddalena al Cerchio. Oggi racchiuso nel palazzo di casa Ucelli di Nemi, purtroppo visitabile solo nella giornata dei cortili aperti  o con tour guidati. 
 
Si prosegue in via Bernardino Luini e si scorge una vecchia torre rotonda, resto delle mura romane che circondavano la citta e che si può visitare accedendo al museo archeologico posto limitrofo alla prossima tappa.
 
Qui ci si trova alle spalle della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, quindi in Corso Magenta, dove una facciata abbastanza anonima nasconde quella che viene chiamata la Cappella Sistina di Milano.
La chiesa è interamente affrescata e faceva parte del più importante monastero femminile della città. Tutt’ora è divisa in due parti entrambe spettacolari, una destinata al pubblico e una alle monache. 
 
L’interno della Chiesa di San Maurizio

Descrivere questo meraviglioso tesoro non è possibile, per cui prendetevi il tempo per visitarla e farvi raccontare storia e curiosità dai volontari del Touring che da anni accolgono i visitatori.

Inebriati dai colori e dalle immagini si torna in Corso Magenta e si prosegue sulla destra per arrivare a Santa Maria delle Grazie.

uno scorcio di Santa Maria delle Grazie

Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1980 perché una delle massime testimonianze dell’arte rinascimentale, coniuga la tradizione architettonica e pittorica lombarda con le novità rinascimentali introdotte da Leonardo e Bramante.

Leonardo affrescò nel refettorio del convento, parte integrante di questo complesso architettonico, l’Ultima Cena, altro patrimonio dell’umanità. Bramante rielaborò il complesso, ampliando la struttura con l’aggiunta di grandi absidi semicircolari, una maestosa cupola circondata da colonnati, un bellissimo chiostro e il noto refettorio.
 
Una scalinata settecentesca prepara l’accesso alla basilica la cui facciata è di disarmante semplicità, che contrasta con la sontuosità dell’interno: la navata maggiore con copertura a botte dalla decorazione prospettica, la cupola riccamente dipinta, le sei cappelle per lato con opere dei maggiori artisti operanti a Milano nella seconda metà del 1500.
Interno di Santa Maria delle Grazie
La storia di questa basilica inizia nel IV secolo, ma quello che ci appare è il frutto del rifacimento barocco ad opera dei monaci Olivetani che ne fecero il loro monastero in Milano. 
Dalla metà del secolo scorso gli immensi spazi del monastero ospitano il Museo della Scienza e della Tecnica.
 
Nei sotterranei della chiesa i resti del mausoleo imperiale  ritrovato negli anni 50/70. Da qui si possono facilmente raggiungere le fermate della metropolitana di Cadorna, tornando indietro su Corso Magenta fino ad incrociare via Carducci.
 
Dal piazzale prendere via Fratelli Ruffini e, camminando col naso all’insù per ammirare i bei palazzi, si raggiunge la fermata Conciliazione.
 
In alternativa si prende  via Zenale, poi a sinistra in via San Vittore. Si arriva in Sant’Ambrogio, una delle meraviglie di Milano che non ha certo bisogno di commenti.

 

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