di Giovanna Monguzzi e Stefania Sangalli – logo di Filippo Carletti
Oggi per la rubrica “En plein Air”, vi proponiamo il percorso ciclopedonale del Canale Villoresi da Monza al Castellazzo di Bollate di circa 20 Km su strada sterrata di facile percorrenza.
La storia del canale Villoresi, a partire da quella del suo inventore, l’ingegnere Eugenio Villoresi, è una storia di coraggio che scaturisce nell’Ottocento dalla necessità di irrigare migliaia di ettari di campi della zona a Nord di Milano per arrivare diritto a Expo 2015, passando per la trasformazione delle sue sponde in uno dei percorsi ciclabili più belli della Lombardia.
Il canale Villoresi è lungo 86 chilometri e attraversa oltre 20 comuni. Nasce a Somma Lombardo dove prende l’acqua dal Ticino e sfocia a Cassano D’Adda, nell’omonimo fiume.
E’ una delle opere d’ingegneria idraulica più imponenti della Lombardia ed è il secondo canale più lungo d’Italia. Eugenio Villoresi, ingegnere monzese classe 1810, scriveva così nei suoi appunti intorno al 1870: “Non mi darò pace fino a quando non avrò eliminato questo paradosso: una troppo cospicua parte della Lombardia, la regione italiana più ricca di acque, è afflitta dal flagello delle arsure deleterie”.
Villoresi, voleva fare un canale navigabile, sul modello del “Canal du Midì” nel Sud della Francia, ma si scontrò con l’ostilità di alcuni proprietari terrieri; alla fine riusci a far approvare il suo progetto anche se non ebbe la fortuna di vedere realizzata la sua visione. Morì il 12 novembre del 1879, un anno prima che iniziassero i lavori di costruzione conclusi poi nel 1890.
La pista ciclabile del Canale Villoresi è un itinerario facile e pianeggiante, percorribile da tutti i tipi di bicicletta e adatto anche a famiglie con bambini. Un luogo ideale per una pedalata fuori porta, che permette di conoscere le ricchezze naturalistiche e paesaggistiche del territorio, attraversando in bici campi coltivati, parchi e boschi, con diverse possibilità di deviazione da cogliere per scoprire le bellezze architettoniche dei moltissimi Comuni che lo attraversano, o per proseguire sulle altre piste ciclabili che il canale incrocia.
Dalla città di Monza, la pista ciclabile si raggiunge facilmente: lasciandosi alle spalle la rotonda di Piazza Virgilio.
Lungo il percorso, nel comune di Varedo, incrociamo il lungo viale, costeggiato di pioppi e tigli, che conduce alla Villa Bagatti Valsecchi.
L’edificio venne costruito nel 1878, trasformando una piccola cascina che sorgeva già dal 1721, dagli architetti Fausto e Giuseppe Bagatti Valsecchi, discendenti della nobile famiglia milanese Bagatti che si stabilì in campagna a partire dal 1523 per sfuggire alla peste.
La villa conserva il vasto giardino originale suddiviso in due zone, all’inglese ai lati della villa, e all’italiana, nella parte retrostante, con lungo viale prospettico.
Nel parco si conservano i resti del Lazzaretto di Milano (XV secolo), qui trasportati e attentamente ricostruiti.
Con una piccola deviazione, nel comune di Paderno Dugnano, ci imbattiamo nel parco Lago Nord detto anche “Cava Nord”, caratterizzato dalla presenza di 2 laghetti separati tra loro da una passatoia alberata. Il primo è adibito alla pesca mentre il secondo specchio d’acqua ha invece uno sviluppo più spontaneo e selvaggio, in quanto destinato ad ospitare l’avifauna stanziale e migratoria.
Le acque del lago sono derivate artificialmente dal Canale Villoresi immettendosi nel bacino idrico attraverso una piccola cascata artificiale.
Riprendendo la ciclabile del Villoresi, terminiamo la nostra pedalata alla Villa Arconati conosciuta popolarmente come il Castellazzo di Bollate, una delle ville storiche del Parco delle Groane.
Si tratta di un esempio di barocchetto lombardo settecentesco, per la sua ampiezza e lo stile grandioso, è definita la “petite Versailles italienne” e dichiarata monumento nazionale.
La villa nacque per volontà di Galeazzo Arconati come residenza di campagna e luogo ove accogliere la sua preziosa collezione di opere d’arte e sculture antiche.