di Ilaria Beretta
Anche in Italia arriva il telefono trasparente che permette di vedere cosa sta dietro allo schermo. Innanzitutto infatti il «Fairphone» è lo smartphone, con componenti modulari e di facile sostituzione, pensato per essere riparato col fai-da-te.
Un telefono che vuole durare a lungo e che soprattutto non vuole aggiungersi ai 7,1 miliardi di tonnellate di smartphone prodotti che, dopo appena 2 anni d’uso, finiscono nella pattumiera (spesso e volentieri poi in quella sbagliata causando un grave danno ambientale alla Terra).
Ma il Fairphone ama farsi chiamare «telefono etico» anche perché mette in chiaro tutte le fasi della sua produzione, compresa la provenienza dei metalli rari necessari per la stampa dei circuiti dei dispositivi tecnologici che sono spesso la ragione di sfruttamento e veri e propri conflitti.
Da ormai quattro anni, la scommessa del telefonino alternativo sembra aver avuto successo: oggi sono più di 125mila persone a possedere un Fairphone, tra cui anche alcuni italiani che l’hanno acquistato tramite e-commerce. L’accordo firmato con MediaWorld però permette ora al marchio di entrare nella grande distribuzione elettronica italiana e di chiamare al cambio di marcia altri connazionali.