di Luigi Picheca
L’annosa diatriba tra gli schieramenti politici, i benpensanti , la Chiesa Cattolica e gli avanguardisti ha prodotto una netta dicotomia di pensiero tra i cittadini italiani. Le accese discussioni che talvolta ci coinvolgono e ci incuriosiscono nei vari talk show o nelle rubriche dei numerosi giornali e riviste che troviamo dai parrucchieri accendono gli animi di chi si schiera pro o contro la legge proposta in extremis dalla Cirinnà, esponente del pd.
Come al solito il nostro Parlamento affronta il problema sulle unioni civili all’ultimo momento e il dibattito si è subito infiammato preso nella morsa del partito di governo da una parte e le opposizioni dall’altra con le solite minacce di richiedere la fiducia da una parte e la rivoluzione dall’altra.
In effetti questa patata bollente, servitaci con naturalezza dal consiglio europeo, appare essere un grosso problema che non è di facile soluzione. Tutti tirano per la giaccheta i propri esponenti politici per togliere o aggiungere qualcosa di fondamentale importanza perché non va mai bene niente.
A me viene semplicemente da pensare che il progresso sociale non si può fermare, le minoranze devono ottenere i loro diritti e la maggioranza dei cittadini non gliela deve negare. Sbagliano le famiglie gay a porre come motivo del contendere proprio l’adozione dei figli e sollevare così l’indignazione del Paese che ha tuttora una forte educazione cattolica e per di più, la presenza del Vaticano e del Papa.
È inutile non tenerne conto, come mi sembra inutile pestare i piedi proprio su questo punto controverso, una coppia di persone dello stesso sesso non può certo procreare e questo è un fatto inconfutabile!
La parificazione di altri diritti mi vede favorevole, è giusto che venga esteso alle unioni di fatto e agli omosessuali che si uniscono in matrimonio, non ha senso negarlo a nessuno.
L’omosessualità non consiste in una patologia, non è un fatto transitorio e non lo si può condannare come un comportamento fraudolento.
È una realtà che ha il diritto di esistere come tutti gli esseri umani che appartengono alle minoranze.
Luigi Picheca