Il fascino senza fine di Caravaggio

di Daniela Annaro

Finalmente ci siamo. Nel giorno del suo 436esimo compleanno, Milano apre le porte della mostra “Dentro Caravaggio“. Dal 29 settembre fino al 28 gennaio 2018, a portata di occhi e a una sessantina di centimetri di distanza dal visitatore, ecco una ventina di tele (indiscutibilmente sue), cioè di Michelangelo Merisi, detto Caravaggio, il pittore-culto, quello che  mette in coda migliaia di visitatori, come puntualmente è avvenuto in piazza del Duomo. Uno sforzo immane e un costo notevole – 3.500.000 euro – per portare a termine questo progetto.


Un progetto che risale al 2009, quando il Comitato Nazionale per le Celebrazioni del IV centenario della morte di Michelangelo Merisi (1571-1610) decise di restaurare i capolavori del Maestro milanese . Fu proprio in quella circostanza che la Soprintendenza speciale per il patrimonio artistico, allora diretta da Rossella Vodret, attuale curatrice di “Dentro Caravaggio”, iniziò un lungo lavoro di ricerca e di investigazione con strumenti diagnostici di ultima generazione in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.


I risultati di quello studio sono alla base di questa mostra. Danno nuova luce e preziose informazioni sulla pittura e sulla vita del Caravaggio

Del pittore, sappiamo con certezza che uccise due uomini, il primo a Milano il secondo a Roma,si chiamava Ranuccio Tommasoni. Un uomo violento, dunque, spregiudicato e, nel contempo disperato,   oggi come nel suo tempo, condannabile. A fronte di questa radicalità, di questi eccessi, le sue opere  trasferiscono creatività,  invenzioni,  maestria,  modernità. Nel dipingere, da giovane segue le tecniche tradizionali: sulla tela stende uno strato di preparazione chiara e su questa disegna la scena a carboncino o con tratti di pennello sottile. Poi aggiunge gli strati successivi, i colori  e, infine, delinea le ombre. Il cambiamento innovatore avviene a Roma, quando gli vengono commissionate due enormi tele per la Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi.


La base cambia diviene scura su tutta la tela: non disegna , ma incide con uno strumento appuntito e rapidamente delinea la scena. Aggiunge dopo   i chiari e i mezzi toni, dipinge cioè solo le parti raggiunte dalla luce. Una tecnica che gli consente di essere velocissimo.  Pare che in una decina di giorni completasse opere anche di grandi dimensioni. Una cifra pittorica che adotta fino a quella che è considerata la sua ultima tela: il Martirio di Sant’Orsola (opera qui sotto). 


La mostra di Palazzo Reale aiuta a capire meglio il Maestro milanese grazie anche al catalogo, edito da Skira. Il volume è accompagnato da un e-book  che raccoglie gli approfondimenti scientifici, riflettografie e radiografie, sulle opere presenti a Milano. Emergono così i “pentimenti”, i rifacimenti del Caravaggio, raccontati anche in mostra. Dietro ogni  capolavori, un video illustra i risultati deglle rilevazioni diagnostiche. Promossa dal Comune di Milano, la rassegna è prodotta da MondoMostre Skira, in collaborazione con il MIBACT. Intesa SanPaolo e il Gruppo Bracco sono tra i principali sponsor. 

Orari e biglietti sul sito qui sotto.

http://www.caravaggiomilano.it/orari-e-informazioni-mostra-caravaggio-milano.html?setlang=

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