– San Sebastiano a Palazzolo Acreide (Sr) –
Bisogna dire che ogni cosa si facesse in questo paese doveva essere fatta due volte e spesso l’uno contro l’altra, come se ci fossero due anime; l’una raccolta attorno alla vecchia chiesa di S.Paolo nel cuore della vallata, il quartiere più antico e decaduto dove vivevano soprattutto le famiglie baroniali e i contadini; e l’altro sulla cima del monte, raccolto attorno la chiesa di San Sebastiano nel quartiere nuovo dove s’era adunata la borghesia degli impiegati, negozianti professionisti, dov’erano il corso, i bar, il municipio e il teatro. Si combatteva per ogni cosa.
Per esempio il patrono era San Paolo, nero, calvo, terribile, vestito di nero, la spada balenante che aveva tagliato cento e una teste di cristiani, e lassù proclamarono un altro patrono, San Sebastiano naturalmente, candido, bellissimo, intellettuale, legato ad un alberello e trafitto da frecce d’argento, signore dei laureati, degli artigiani e degli studenti…
Giuseppe Fava