di Francesca Radaelli
Il naso di Cyrano come quello di Pinocchio. Una giostra – carosello che gira al centro della scena, colori sgargianti, piume, lustrini. Canzoni e balletti che spaziano da Edith Piaf al varietà televisivo degli anni 70. Il Cyrano de Bergerac di Arturo Cirillo è arrivato al Teatro Manzoni di Monza portando uno spettacolo che regala quasi due ore di intrattenimento puro.
Una grande festa per gli occhi, da un lato, che ha letteralmente conquistato il pubblico monzese.
Dall’altro, la vicenda triste di tre personaggi che alla fine ‘escono tutti sconfitti’, come sottolinea Cirillo, regista e attore protagonista, parlando col pubblico a fine spettacolo.
La storia di Cyrano de Bergerac è infatti il tentativo di creare un personaggio che non esiste, un eroe da romanzo, una specie di ‘avatar’, bello come Cristiano e bravissimo con le parole come Cyrano, l’uomo ideale di cui Rossana vuole innamorarsi perdutamente, anche se riesce a farlo solo da lontano. Perché questo personaggio non può vivere nella realtà, ma esiste solo nella finzione, quella inscenata da Cristiano e Cyrano, suo suggeritore di parole, e nella distanza, quella necessaria perché Rossana possa alimentare le sue fantasie d’amore. Un amore possibile solo in un mondo che non c’è.
Uno spettacolo che non a caso nasce dalle passioni del suo autore: il musical dedicato al personaggio di Rostand con Catherine Spak e Domenico Modugno, ma anche il Pinocchio di Carmelo Bene e quello Comencini. Da qui non solo le suggestioni musicali (la canzone di Geppetto a fine spettacolo) e visive (il naso che si allunga, Rossana azzurra come la Fata) ma anche quelle tematiche (la bugia e la finzione come asse portante della vicenda).
La bravura di tutti gli attori, l’estro delle battute recitate in rima, le soluzioni scenografiche colorate e sorprendenti regalano agli spettatori un mondo finto ma estremamente affascinante, in cui nella recita della propria parte gli attori mettono tutti se stessi.
È il mondo del teatro, il mondo di Cyrano: un fallimento nella realtà, un grande successo nella finzione. Gli applausi entusiasti del pubblico lo dimostrano.