di Luigi Picheca
Il campionato di calcio si è aperto quest’anno con insolite sorprese. La Juventus è partita zoppicando oltre le aspettative e continua nel suo faticoso impegno per ritrovare posizioni di classifica ad essa più congeniali. La squadra di Allegri ha denunciato fino ad ora difficoltà superiori al previsto nell’inserimento dei nuovi calciatori che dovevano assumere il ruolo dei vari Pirlo, Tevez e Vidal ma non ci sono ancora riusciti.
Certo, raccogliere la loro pesante eredità non era facile anche dal punto di vista del carisma ma ho visto la vera Juve, quella squadra con la grinta che Conte gli aveva conferito, solo in qualche raro scorcio di partita.
Per fortuna la Juventus è andata meglio in Champions League, dimostrando di saper essere all’altezza di un impegno più prestigioso e redditizio.
Forse, azzardo una ipotesi, ha giocato a sfavore delle prestazioni della Juve anche una preparazione atletica più conservativa, mettendo nel mirino proprio la Champions, sfide che hanno sempre riservato tristi epiloghi alla squadra bianconera.
Probabilmente pesa sui giocatori juventini anche la disputa degli Europei dell’anno prossimo che concorrono, diciamo pure in maniera involontaria, a limitarne il rendimento a inizio stagione.
Fiorentina al di sopra di ogni aspettativa, il suo coach Paulo Sousa ha saputo conferire alla squadra una duttilità e una grinta notevole che le consente una superiorità nel possesso palla invidiabile e non comune. Inoltre gli schemi veloci e precisi che Sousa ha saputo imprimere alla Fiorentina si sono rivelati in grado di sorprendere le altre squadre abituate a un gioco di palla più conservativo.
L’Inter ha invece denunciato i soliti limiti di gioco interpretando quella imprevedibile pazzia che anche nel suo inno piace sottolineare. Il gioco sta comunque migliorando negli schemi cari a Mancini e sta aumentando pure la fluidità di gioco.
Se finora ha trovato come alleata la fortuna e qualche individualità di troppo, complice la disputa del solo Campionato la pone tra le favorite al titolo.
In due punti la classifica annovera quattro squadre e la Roma è tra queste. La squadra giallorossa costituisce a buon titolo una conferma per il buon livello di gioco espresso. Rudi Garcia ha ritrovato quest’anno uno splendido Gervinho che sa imprimere velocità notevole alle ripartenze e ha trovato in Salah il partner ideale per sostenere questa peculiarità che è caratteristica negli schemi dell’allenatore francese.
Nel Napoli mi ha stupito il lavoro che Sarri ha saputo svolgere nel breve spazio del periodo estivo. Certo ha trovato un impianto che ha saputo già esprimere buon livello di gioco nelle ultime stagioni ma il tocco dell’allenatore si è cominciato a vedere.
Sarri ha saputo cambiare il ritmo di gioco portando nuovi schemi che esaltano le caratteristiche dei singoli in una amalgama che dà forza e velocità alla compagine azzura.
Ha resistito alle contestazioni iniziali con fermezza e animo degno di un gladiatore perché i tifosi napoletani avevano digerito male l’ingaggio di un allenatore-operaio il cui pedigree non li aveva convinti più di tanto ma che ora li ha conquistati non appena ha saputo trasmettere il suo spirito di combattente alla squadra.
La squadra napoletana ha saputo smussare le individualità esprimendo un gioco collettivo, piacevole ed efficiente che esalta le caratteristiche e la determinazione di tutti trasmettendo al pubblico la sensazione di divertimento e sfrontatezza che i calciatori provano una volta scesi in campo.
Un campionato piacevolmente sorprendente che, tolta dai giochi di vertice la Juventus, ha trovato un gruppo di squadre comprimarie che se la giocano col coltello fra i denti con un equilibrio intrigante che ricorda le corse testa a testa che si vedono sulle piste degli ippodromi quando i cavalli colgono la vittoria per una incollatura.
Ci voleva un po di lotta dopo 4 anni di dominio Juventino!
Luigi Picheca