di Virginia Villa
Sabato 4 giugno si è tenuto il primo dei tre incontri su “Fratelli tutti? Parole e gesti per vivere la fraternità”.
In questo primo appuntamento hanno dialogato Mons. Dario Edoardo Viganò, Vicecancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, e Gherardo Colombo, ex magistrato e Presidente onorario di ResQ, onlus presente nel Mediterraneo con una nave di soccorso umanitario.
Incontri per riflettere sulla fratellanza
Roberto Vertemati della Commissione cultura della parrocchia di Vedano al Lambro ha fortemente voluto organizzare questa interessante rassegna di incontri con la seguente motivazione: “In questo contesto sociale e culturale dove la tentazione dell’individualismo è forte, abbiamo voluto valorizzare la riflessione di Papa Francesco nell’Enciclica Fratelli Tutti, facendo concrete esperienze di amicizia sociale e di fratellanza”.
Proprio in relazione a questa affermazione hanno preso parola i due ospiti della serata: Gherardo Colombo ha riflettuto sulla difficoltà che ognuno di noi prova a sentirsi ed accettarsi come esseri umani uniti dall’unico filo della fratellanza perché consapevoli della propria limitatezza in un mondo che fornisce una flebile illusione di onnipotenza.
Proseguendo su questo tema, Mons. Dario Viganò ha espresso che il male è qualcosa di visibile in tutto ciò che l’uomo, egoista e individualista, compie; il suo invito è quello di comprendere che per uscire da questa situazione di individualismo, e da qualsiasi situazione dolorosa, è necessario unirsi, affidarsi agli altri, essere disposti al dialogo e, soprattutto, all’ascolto.
Solidarietà e fratellanza
Papa Francesco ha sottolineato che mentre la solidarietà è il principio che permette ai diseguali di diventare uguali, la fraternità è ciò che permette agli uguali di essere persone diverse. Il riconoscimento della fraternità cambia la prospettiva, la capovolge, diventa portatrice di un forte messaggio dal valore politico: siamo tutti fratelli, e quindi siamo tutti cittadini con eguali diritti e doveri.
Su questo passaggio dell’Enciclica ha riflettuto profondamente Gherardo Colombo condividendo con i presenti il suo pensiero. Egli ha affermato che la differenza sostanziale tra solidarietà e fratellanza risiede nel guardare l’altro, nel vederlo, non nel muoversi per attivare una qualche volontà perché essa, la volontà, può essere anche cattiva. Il male, ciò che ci porta verso l’individualismo, è non vedere l’altro, non ascoltarlo e quindi non accettarlo.
Come ha sottolineato Mons. Dario Viganò, l’ascolto e la gentilezza costituiscono l’approccio migliore per creare accoglienza e iniziare il percorso di fraternità. Con l’ascolto è come se dicessimo “ci sono, sono a disposizione per te, per ascoltarti”.
Appartenenza e libertà
L’ex Magistrato, Gherardo Colombo, nel corso dell’incontro, ha invitato a riflettere su un altro aspetto importante: l’appartenenza. L’appartenenza è il presupposto della libertà, ma per come viene considerata oggi, l’appartenenza sembra essere sinonimo di separazione.
Ad avvallare questa tesi Gherardo Colombo ha parlato del fenomeno della migrazione; molte persone provano paura nel vedere il numero di immigrati che sbarcano sulle coste italiane e molti altri hanno dubbi sulla possibile integrazione di queste persone nella vita del nostro paese. Questo accade perché ci dimentichiamo che tutti apparteniamo allo stesso gruppo di esseri umani e, in virtù di questo, abbiamo tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri. Il riconoscimento dell’essere tutti umani, dell’appartenere tutti alla stessa “famiglia”, è ciò che porta all’accoglienza e alla fratellanza.
Conclusione
L’incontro e il dialogo tra Mons. Dario Viganò e Gherardo Colombo è stato di vitale importanza per poter riflettere su temi attuali e significativi che riguardano tutti perché tutti siamo chiamati a prendere una posizione nei confronti della solidarietà, dell’accoglienza e della fratellanza. A conclusione di questo incontro tornano in mente le parole di Martin Luther King: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo imparato l’arte di vivere come fratelli»; la speranza è quella che incontri come questo sull’Enciclica di Papa Francesco possano cambiare questa visione.