La terra ci ha consegnato, in uno stadio non ben definito dell’infanzia, la storia del genio incantato: una lampada da strofinare per avere tre desideri, un genio nascosto ed immortale disposto a cambiarci la vita.
Tralasciando tutti gli annessi e connessi, tra scimmie, sultani e tappeti volanti, troviamo forse una bella metafora di quello che gli artisti lasciano al tempo.
Gabriel Garcia Marquez, genio del Novecento, allora sembra non morire mai.
La sua esistenza (1927 – 2014) gigante e calda come la Colombia natìa resta nei libri di storia e letteratura, incastonata tra la difesa dei diritti del continente, le questioni politiche, le attività giornalistiche e saggistiche; la sua inesistenza resta tra noi.
Ci affida infatti il confine inestimabile tra realtà e finzione: la virtù incantata della possibilità. Dei romanzi di Marquez ricordiamo l’uomo inseguito da nugoli di farfalle, la giovane chiaroveggente, le leggenda creduta con fervore, la magia di un mondo tutto vero; fiorisce nella memoria il valore dell’invisibilità.
Così oggi, diciassette aprile, possiamo negare la sua morte in nome dell’immaginazione: pensando alla cenere come a una dissolvenza capace di ricostruirsi. E la fenice non risorge da sé, se ogni scrittore rinasce dal suo pubblico.
Se per un istante Dio si dimenticherà
che sono una marionetta di stoffa
e mi regalerà un pezzo di vita,
probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose non per quello che valgono
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più.
So che per ogni minuto che chiudiamo gli occhi
perdiamo 60 secondi di luce di cioccolata.
Se Dio mi concedesse un brandello di vita,
vestito con abiti semplici, mi sdraierei, al sole
e lascerei a nudo non solo il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se avessi cuore, scriverei il mio odio sul ghiaccio
e aspetterei che si alzasse il sole.
Dipingerei le stelle con un sogno di Van Gogh.
con un poema di Benedetti, una canzone di Serrat
sarebbe la mia serenata alla luna.
Bagnerei con le mie lacrime le rose
per sentire il dolore delle spine
ed il bacio vermiglio dei petali.
Dio mio, se io avessi ancora un brandello di vita
non lascerei passare un solo giorno
senza dire alla gente che io amo, io amo la gente.
Convincerei ogni uomo ed ogni donna
che sono i miei favoriti
e vivrei innamorato dell’amore.
E dimostrerei agli uomini quanto sbagliano
quando pensano di smettere di innamorarsi
quando invecchiano senza sapere che invecchiano
quando smettono di innamorarsi.
Darei ad ogni bambino le ali
ma lo lascerei imparare, da solo, a volare.
Ai vecchi insegnerei che la morte
non arriva con la vecchiaia ma con l’oblio.
Ho imparato molte cose da voi, dagli uomini…
Ho imparato che tutti, al mondo,
vogliono vivere in cima alla montagna
senza sapere che la vera felicità
sta in come si sale la china.
Ho imparato che quando un neonato afferra,
per la prima volta, con il suo piccolo pugno,
il dito di suo padre, lo terrà prigioniero per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha diritto di guardare un altro uomo
dall’alto verso il basso solo quando lo aiuta a rialzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi
ma non mi serviranno davvero più a molto
perché quando guarderanno in questa mia valigia,
infelicemente io starò morendo.
Tieni chi ami vicino a te,
Tieni chi ami vicino a te,
digli quanto bisogno hai di loro,
amali e trattali bene,
trova il tempo per dirgli
mi spiace,
perdonami,
per favore,
grazie
e tutte le parole d’amore che conosci.
Si può essere innamorati
Si può essere innamorati
di diverse persone per volta,
e di tutte con lo stesso dolore,
senza tradirne nessuna,
il cuore ha più stanze di un casino.
C’era una stella sola
C’era una stella sola e limpida nel cielo colore di rose,
un battello lanciò un addio sconsolato,
e sentii in gola il nodo gordiano
di tutti gli amori che avrebbero potuto essere
e non erano stati.
Sempre c’è un domani
Sempre c’è un domani
e la vita ci dà un’altra possibilità per fare le cose bene,
ma se mi sbagliassi
e oggi fosse tutto ciò che ci rimane,
mi piacerebbe dirti quanto ti amo,
che mai ti dimenticherò.
Gabriel Garcia Marquez
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