Giorgio Vasari, primo storico dell’arte

di Daniela Annaro

Lo sapevate che Giorgio Vasari è stato anche un buon pittore, un ottimo disegnatore,  un architetto,  uno scenografo, un artista dell’effimero, un  raffinato umanista oltre che il primo vero storico dell’arte?

Nasce il 30 luglio 1511 ad Arezzo. A sedici anni, la peste gli uccide il padre e lui è  costretto ad aiutare la madre e i fratelli. Ma  fu il coetaneo  e giovanissimo cardinale, Ippolito de’ Medici, a proteggerlo e ad introdurlo negli ambienti  delle Firenze altolocata.

La formazione  avviene sotto i migliori auspici: lavora nella bottega di Andrea del Sarto, a fianco dei manieristi Pontormo e Rosso Fiorentino, conosce Michelangelo e, a Roma,  studia Raffaello. La prima opera documentata è  del 1532, a soli 21 anni, La Deposizione si intitola, conservata al Museo Vasari di Arezzo.

Ritorno di Gregorio XI da Avignone
Ritorno di Gregorio XI da Avignone

La sua fortuna, dando per scontato le indiscusse capacità, è stata quella di avere come protettori i Medici e una grande capacità imprenditoriale che gli consentì importantissime commissioni a Firenze soprattutto, ma anche a Roma, Napoli, Bologna e Venezia.

L’elenco delle opere è lunghissimo, ma per valutarne l’importanza  vale la pena di segnalare quelle più prestigiose. Nella capitale lavora in Vaticano ( Sala dei Cento Giorni e Sala Regia), a Firenze affresca a Palazzo Vecchio il Salone dei Cinquecento, la cupola di  Santa Maria  del Fiore, ancora nella città del giglio come architetto realizza gli Uffizi (non  possiamo non citare il corridoio Vasariano che collega gli Uffizi con Palazzo Pitti, via di fuga per i Medici), a Pisa Palazzo della Carovana.

Il Vasariano, il corridoio che collega gli Uffizi con Palazzo Pitti

Come artista dell’effimero, appena diciannovenne viene chiamato a Bologna in occasione dell’incoronazione dell’imperatore Carlo V, a cui seguirono  allestimenti per feste e matrimoni delle corti fiorentine. A Venezia  per il drammaturgo  Pietro Aretino allestisce l’apparato della Talanta. Come pittore lo consideriamo fra i più importanti esponenti del Manierismo e per questo vi segnaliamo la Cena di San Gregorio. 

Ma il suo vero capolavoro è e resta ” Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani” nelle edizioni del 1550 e  con delle aggiunte nel 1568. Un’opera cardine nella storiografia artistica per la capacità di analisi del contesto  storico,  per l’abbondanza e la varietà della documentazione, per la straordinaria profondità con cui ci ha insegnato a leggere le opere d’arte. Muore il 27 giugno 1574.

 

 

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