di Daniela Annaro
In piazza a Milano e Roma per rivendicare dignità, per ritrovare forza contrattuale, per denunciare situazioni oltre la legalità sul posto di lavoro, per affermare un principio spesso dimenticato dalla stessa categoria: l’importanza dell’informazione come pilastro della democrazia e della libertà.
Non eravamo tanti, anzi, poco più di duecento persone a occhio e croce, ma a mia memoria di giornalista iscritta all’Ordine dal 1982, questa è la prima manifestazione sindacale di giornalisti e quindi un successo in se’. Una categoria diventata corporazione, sfruttata e offesa, vittima dei mutamenti tecnologici imposti da editori capaci solo di concepire il giornale, il telegiornale, l’informazione, più in generale, come “prodotto”, merce da mettere sul mercato aumentando solo i propri profitti.
Dopo tanti anni di silenzio, finalmente in piazza (piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino, sede del Comune) striscioni e manifesti denunciavano le difficoltà delle vertenze in corso, in RCS Periodici, Rizzoli-Corriere della sera, MONDADORI colossi dell’editoria,ma anche in gruppi come Class, Netmedia Europe Italia, IL SOLE 24ORE, HEARTS MARIE CLAIRE,CONDE’ NAST, VISIBILIA MAGAZINE, EDISPORT , nonché giornali quali IL GIORNO e Famiglia Cristiana. Per non parlare della condizione dei freelance,giornalisti e fotografi, pagati anche cinque euro a pezzo. Un altro sconfortante dato: negli ultimi cinque anni ci sono stati 3500 licenziamenti di giornalisti, la maggior parte in Lombardia. Qui sotto il sito della Lombarda, il sindacato dei giornalisti della Lombardia,per un’analisi completa della situazione.
http://www.alg.it/alg1/?p=10391
Su una piccola pedana, con un megafono in mano per due ore giornalisti sindacalisti hanno denunciato questa situazione a partire da Paolo Perucchini, presidente della Lombarda.
È necessario che i giornalisti ritrovino l’orgoglio di categoria – ha detto Perucchini- e che la politica si faccia carico della situazione. Il sindacato chiede fondi per un rilancio serio del settore e dell’occupazione e un salto di qualità, anche sul piano delle tecnologia. Vuole cambiare e rendere più moderne le regole sull’Antistrust, per impedire concentrazioni che mettono a rischio posti di lavoro e pluralismo dell’informazione. In Lombardia , la regione delle grandi case editrici di periodici, è particolarmente sentito il problema della commistione tra pubblicità e informazione, stringente più che mai ora che i ricavi delle aziende sono in calo.