GIPSOTECA è il luogo dove vengono conservati , raccolti e riprodotti i modelli in gesso identici all’opera scultorea originale ricavati tramite calco dall’originale stesso, garantendo un altissimo livello di fedeltà rispetto all’originale.
A Milano, in via Montello, è ancora operante un’antica gipsoteca,che ha un alto valore come testimonianza di copia di forme originarie di statue, busti, teste, rilievi e fregi antichi; qui si trovano, tra le tante riproduzioni anche la copia del naso “dell’autoritratto “ del Canova, la mano della statua, scolpita da Michelangelo, di Giuliano De Medici, conservata nella Cappella Medicea della Sacrestia di San Lorenzo a Firenze, fregi e frammenti decorativi, riproduzioni di foglie dal vero etc…
Tutti i calchi che vengono utilizzati sono stati eseguiti a fine ottocento ,inizi novecento e sono arrivati ai giorni nostri per la bravura di “formatori” artigiani che sono stati capaci di riprodurli con materiali più moderni. La gomma, ha semplificato molto il lavoro, è un materiale molto flessibile e viene utilizzata soprattutto per gli stampi a colata.
E’ il “formatore” che deve decidere e studiare come e quali calchi fare, in quanti pezzi preparare le forme per un statua di grandi dimensioni.
Mario ci racconta tutta la storia di questa gipsoteca e del suo lavoro, iniziato a fine anni ’60 all’età di 17 anni, quando in casa serviva un aiuto economico e in bottega un’apprendista. E’ lui, che insieme al nipote Roberto, portano avanti l’attività che risale a fine 800.
Roberto, invece ha seguito un percorso di studi artistici, dal liceo fino all’Accademia di Brera, prima di intraprendere la carriera lavorativa. Grazie all’amore per questo lavoro, e alle persone che si sono succedute negli anni si sono salvati circa 500 stampi originali che vengono utilizzati tuttora.
Mario prepara il gesso per la colata: in un catino pieno d’acqua scioglie la polvere di gesso e prepara l’impasto da versare nello stampo. La prima colata deve essere sottile e il più uniforme possibile, non devono rimanere vuoti d’aria e lo stampo deve sparire completamente sotto il velo bianco.
Il lavoro procede piano, Mario deve adattarsi al tempo di presa del gesso, che è abbastanza regolare, progressivo e lungo. La prima colata viene ricoperta con la “manila”, una fibra di origine vegetale, che si pone all’interno del calco per renderlo più leggero.
La “manila” ha un compito molto importante di legante tra uno strato di gesso e l’altro,e una volta posizionata viene ricoperta con un altro strato di gesso.
Le mani, bianche di gesso, si muovono con maestria e precisione all’interno dello stampo riempiendo ogni interstizio e rimuovendo vuoti d’aria, dando un’uniformità perfetta al lavoro.
Ci vuole ancora un po’ di pazienza prima di vedere il lavoro finito, il tempo necessario che il gesso solidifichi e lo stampo venga tolto.
Il fregio che ne esce è perfetto e ricco di minuscoli particolari che lo fanno sembrare originale; è pronto per passare all’ultima operazione: l’asciugatura.
Lo sguardo si perde tra statue, busti, teste, rilievi di una perfezione assoluta e di un bianco puro e abbagliante in un ambiente che sa di altri tempi, lontano dalla frenesia che scorre appena varcato il portone.
Testi e fotografie di Giovanna Monguzzi Stefania Sangalli