GP di Monza: una domenica da dimenticare per le Rosse

di Mattia Gelosa

Una canzone dei Velvet parlava di “un giorno da rifare, da chiudere e riconsegnare”. E’ qui che si riassume la domenica della Ferrari nella gara di casa a Monza: dopo le meravigliose Frecce Tricolori e l’Inno d’Italia gorgheggiato da Al bano, subito è girato tutto storto.La partenza fila via liscia alla prima variante, ma ormai da anni il vero rischio è la Roggia, a cui si arriva ancora in gruppo ad altissima velocità e con una staccata violenta in una curva dove la pista si stringe.

Ed è qui che, ancora una volta, un contatto diventa decisivo per il mondiale: Hamilton supera Vettel all’esterno e nel cambio di direzione lo tocca, mandandolo in testacoda con l’alettone anteriore danneggiato.

Incidente di gara senza penalità, come è giusto che sia, ma dopo nemmeno 2 km gli spalti già borbottano di rabbia e delusione: Hamilton è stato aggressivo, Vettel ingenuo a rischiare subito sapendo di avere solo lui qualcosa da perdere, come è stato.

Da qui in avanti, Raikkonen corre tenendosi dietro il mastino inglese, il tedesco rimonta di rabbia dalle retrovie e si danno spallate molti piloti a centro gruppo, fra cui un Ricciardo fermato poi dalla Power Unit e Verstappen che esagera, come al solito, e finisce con una penalità.

La gara è bella e vivace, ma oltre alla pista a deciderla è la strategia pit stop, ancora una volta sbagliata dal muretto di Maranello. La Mercedes di Hamilton finta un pit stop e Raikkonen entra prima, richiamato da una Ferrari presa in contropiede e ingannata.

A fine corsa, Kimi si ritroverà con 8 giri in più sulle gomme e l’usura lo costringe ad alzare il piede. Hamilton può superare e tagliare il traguardo per la festa del suo team e i fischi dalle tribune, mentre Raikkonen chiude ancora una volta in una posizione che non gli spettava a causa di errori del team. Vettel finisce quarto grazie a Verstappen e alla sua penalità.

Insomma, doveva essere una domenica per fare bottino e invece si torna a casa  con poco. Hamilton allunga a +30 su Vettel e la Mercedes a +25 sulle Rosse.

Mancano ancora sette gare e la stagione è lunga. La prossima è Singapore e sulla carta piace alle Ferrari. Non è una Caporetto, non si è perso un mondiale, ma bisogna ripartire con maggior freddezza, sia da parte dei piloti che del team.

Una domenica brutta per i risultati, ma ancora più brutta per quei fischi orrendi a Hamilton sotto al podio: peccato che la maggior parte non capisca il talento dell’inglese, ma soprattutto non sia abbastanza sportiva da ammettere che ieri la sua gara è stata migliore di quella dei ferraristi.

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