Grazie a Dio ci sono i tacchini

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di Giacomo Laviosa

«Poiché è il dovere di tutte le Nazioni riconoscere la provvidenza di Dio Onnipotente e obbedire alla sua volontà, di essere grati per i suoi benefici e di implorare umilmente la sua protezione e il suo favore – e poiché entrambe le Camere del Parlamento mi hanno chiesto, attraverso la loro Commissione congiunta, di raccomandare al Popolo degli Stati Uniti una giornata di pubblico ringraziamento e preghiera da osservare riconoscendo con cuori grati i molti segnati favori di Dio Onnipotente, in modo particolare dando loro l’opportunità di stabilire pacificamente una forma di governo per la loro sicurezza e felicità.

Adesso io raccomando e stabilisco che giovedì 26 novembre prossimo sia dedicato dal Popolo di questi Stati al servizio di quel grande e glorioso Essere, che è l’Autore benefico di tutto il bene che è stato, che è o che sarà. Che noi possiamo allora unirci tutti nel rendere a lui i nostri grazie sinceri e umili – per la sua gentile premura e protezione del Popolo di questo paese prima che diventasse una Nazione.»

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The FirstThanksgiving – Jean Louis Gerome Ferris, 1899

Con questo discorso pronunciato il 3 ottobre 1789 George Washington riconosceva e promuoveva la volontà del Divino come accompagnamento fondamentale della nascita e sviluppo della Nazione Americana. Un’ispirazione religiosa che aveva fin da subito connotato la presenza dei coloni sul nuovo continente (nei libri di storia sono ricordati come Padri Pellegrini).

Quello che non emerge chiaramente dal discorso del presidente è il ruolo decisivo svolto dagli indigeni per la sopravvivenza stessa dei nuovi arrivati in America.

Quando i Pellegrini arrivarono infatti, con l’inverno ormai alle porte, si trovarono di fronte a un territorio selvatico e inospitale, fino ad allora abitato solo da nativi americani. Avevano portato dall’Inghilterra dei semi di vari prodotti ma la natura del terreno e il clima resero la semina insufficiente al sostentamento della popolazione, per cui quasi la metà di loro non superò l’inverno. L’anno successivo non se la sarebbero passata meglio se non fossero intervenuti i nativi americani, che indicarono ai nuovi arrivati quali prodotti coltivare e quali animali allevare, in particolare il granturco e i tacchini.

The Jerky Turkey, 1945

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