Grazie Presidente Mattarella!

di Fabrizio Annaro

Grazie Presidente Mattarella! Grazie per aver accettato il secondo mandato, malgrado lei avesse, in più occasioni, dichiarato la non disponibilità al bis. Un bis richiesto a gran voce dall’opinione pubblica: al Teatro alla Scala in occasione della prima, nei palazzetti dello sport e da tante persone che per la strada l’applaudivano riconoscendola come uomo con grande senso dello Stato e  punto di riferimento del paese.

L’informazione televisiva di questi giorni è stata, a dir poco, imbarazzante. Un fiume di parole, un overdose di interviste, un’inflazione mediatica. Un toto Quirinale permanente. Nomi che apparivano e scomparivano nel giro di pochissime ore. Uno spettacolo poco decoroso, montato ad arte e paragonabile solo alle sceneggiate sul calcio o sui vincitori di Sanremo. Adesso la domanda dei giornalisti è: chi ha vinto? Possibile che non riusciamo ad evitare questo palcoscenico mediatico triste e un po’ ridicolo?

Abbiamo bisogno di un’informazione che non si riduca alla cronaca e alle vicende al pari di una serie televisiva. Sarebbe auspicabile che questi grandi eventi diventassero occasione per coinvolgere studiosi e persone intelligenti, (ce ne sono molte) per diffondere conoscenze, per dialogare sulle sfide del prossimo futuro.   

La buona notizia non è solo aver rieletto lei, Presidente Mattarella ma, occorre sottolinearlo, è stato l’atteggiamento dei grandi elettori. I parlamentari hanno indicato ai leader quello che dovevano fare: chiedere a lei la disponibilità ad esser rieletto. Molti parlamentari hanno interpretato il sentire del paese e il desiderio di rivederla di nuovo al Quirinale.

Questi parlamentari hanno dimostrato saggezza e capacità di esprimere una volontà autonoma rispetto  a quella dei loro leader. Adesso dobbiamo chiedere a questi parlamentari che l’hanno scelta, che questa scelta non sia di comodo, ma che siano loro stessi protagonisti della improrogabile riforma elettorale che tolga ai leader  il potere di scegliere i parlamentari.  Riconsegniamo questo potere al popolo.

La strada delle riforme è un processo complicato, faticoso, conflittuale e pieno di tensioni. Ma è inevitabile. Non solo per la sconcertante incapacità dei leader di trovare una soluzione, ma perché non vogliamo più assistere a questo spettacolo che vede il Parlamento inchiodato a “procedure medioevali” di votazione e di scrutinio. E’ tempo di una nuova fase costituente. Siano questi parlamentari a dimostrare che non hanno scherzato, che desiderano realmente cambiare il paese.

Andiamo alle urne e votiamo al più presto per una Assemblea Costituente. Mettiamo in condizione i leader che hanno prestigio internazionale come  Draghi e Mattarella (e l’elenco potrebbe essere più lungo) di poter contare ai tavoli delle istituzioni internazionali.

Oggi il Parlamento con voce autonoma ha interpretato lo stato d’animo di molti cittadini.  Anzitutto di quelli che silenziosamente  ed onestamente ogni giorno fanno il loro dovere portando avanti questo paese. Sono tanti, sono gli Artigiani del Bene Comune, felice espressione coniata dell’Arcivescovo Delpini nel suo discorso di Sant’Ambrogio.

Grazie Presidente! E grazie anche alla sua famiglia. Avete messo da parte i  progetti personali (legittimi e sacrosanti) per servire ancora questo paese. Un esempio di buona politica che passerà alla Storia, una lezione per chi, al contrario, intende la politica come carriera, strumento di affermazione personale, fonte di privilegi.

 

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