di Marco Riboldi
Anche quest’anno gli Armeni di tutto il mondo (purtroppo quasi solo loro) ricorderanno, il 24 aprile, la memoria del loro genocidio, avvenuto ad opera dei Turchi negli anni del primo conflitto mondiale.
Come ogni anno desidero fare memoria di questo terribile evento, vero prototipo dei genocidi del XX secolo. (Se desiderate, trovate nei miei articoli degli scorsi anni clicca QUI
Le sofferenze di questo antico popolo non sono ancora terminate: è recente la invasione della regione del Nagorno Karabakh (Artsakh) da parte delle truppe dell’ Azerbaigian (sostenuto dalla Turchia) cosa che ha portato alla de-armenizzazione (e scristianizzazione) della zona.
Ma oggi voglio usare una vicenda diversa per onorare l’ Armenia, utilizzando il racconto che mi è stato segnalato da un caro amico e che proviene da una armena che vive in Svizzera. Tutti ricorderete la terribile strage avvenuta a Mosca poche settimane fa: un gruppo di terroristi ha fatto irruzione in una sala concerti uccidendo moltissime persone.
Ecco cosa ha scritto la persona armena che vive in Svizzera.
“Lui è Karen. È dall’Artsakh, ma viveva a Mosca con la moglie Nana.
Quando è successo l’atto terroristico a Mosca, lui lavorava non molto lontano dal quel posto.
Non si sentiva molto bene, aveva un po’ di febbre, ma è andato lo stesso per aiutare le persone. Faceva anche la quaresima (in Armenia i fedeli seguono le regole molto severe, astinenze da tantissime cose ), allora gli girava la testa.
Aveva detto alla moglie, che voleva fare anche dei gesti di carità, non soltanto per la quaresima.
Ha lavorato tutta la notte, tirando fuori le persone dalle macerie.
C’era tantissimo fumo dopo l’attacco terroristico e poi aveva dato la sua giacca ad una donna, che stava lì.
Quando è tornato a casa, non si sentiva bene. L’hanno portato in ospedale e non sono riusciti a salvarlo. Aveva respirato troppo fumo forse …
Tutti sono molto tristi per Karen. I sacerdoti armeni di Mosca gli volevano tanto bene, aiutava sempre in tutti i lavori per la chiesa. Andava sempre a messa, stava in piedi a pregare per 2-3 ore , non si muoveva …
Se Dio non ci fosse, la morte di Karen non avrebbe senso e gli egoisti che pensano soltanto al proprio benessere e propria utilità, avrebbero ragione…
Ma Dio c’è , Gesù è risorto, Karen è sicuramente con Gesù … Non ho dubbi. Sono un po’ preoccupata per la famiglia di Karen …
Se potete, pregate per loro …
Grazie “
Trovo la vicenda esemplare: figlio di un popolo quasi sterminato, ha radicato nella sua fede i suoi ultimi gesti e ha saputo fare anche più del dovuto.
Forse si possono adattare a lui le parole del cimitero polacco di Montecassino, dicendo che: ha dato l’anima a Dio, il corpo alla Russia, il cuore all’Armenia.
Immagini prese dal web