Heinrich Bӧll, opinioni di uno scrittore

di Francesca Radaelli

Il 21 dicembre 1917 nasceva a Colonia Heinrich Bӧll, tra i più importanti scrittori tedeschi del secondo dopoguerra. Molte delle sue opere sono state ricondotte alla cosiddetta ‘letteratura delle macerie’. Fu  narratore delle sofferenze e delle contraddizioni della società a cui lui stesso apparteneva, prima attraversata dal nazismo poi dagli orrori del secondo conflitto mondiale.

Una società che nell’immediato dopoguerra tentava di lasciarsi alle spalle il passato, di ripartire e ricostruire. Ma anche una società popolata da figure ‘emarginate’, che diventano i protagonisti dei suoi racconti e romanzi. Personaggi emblematici, inquieti e profondamente umani. Come Fred Bogner, protagonista di E non disse nemmeno una parola, che continua ad amare la moglie Käte e i suoi figli ma, tornato dalla guerra, non riesce più a vivere insieme a loro nella stessa casa. Oppure come Hans Schnier, il saltimbanco di Opinioni di un clown, che vive ridotto in miseria, disprezzato nelle sue esibizioni, abbandonato dalla donna che gli è stata accanto tanti anni. E che però rifiuta gli aiuti economici della sua ricca famiglia, disprezzando profondamente il padre e il fratello.

Altro personaggio memorabile è Leni Gruyten, attorno a cui ruota un altro dei capolavori di Bӧll, Foto di gruppo con signora, un libro inchiesta con una particolarissima struttura narrativa, basato sul tentativo di ricostruire la vita di una donna di 48 anni da parte di un Autore – cronista che poi finisce per entrare nello stesso romanzo che sta scrivendo. Un grande affresco di cinquant’anni di storia tedesca, che fu probabilmente determinante nell’assegnazione a Bӧll del Premio Nobel per la Letteratura, che gli fu conferito nel 1972, un anno dopo l’uscita del romanzo.

Heinrich Bӧll non fu solo un formidabile narratore, ma anche una voce impegnata e ben schierata negli della Guerra Fredda. Opinioni di uno scrittore potrebbe intitolarsi un’ipotetica raccolta dei suoi numerosi scritti politici e polemici, soprattutto nei confronti delle ‘elite’ del suo tempo. Scrisse articoli contro la corsa agli armamenti e le politiche del governo tedesco, fu bersagliato da violente campagne stampa e accusato di supportare il comunismo sovietico e il terrorismo rosso in Germania. Eppure fu lui in persona a dare ospitalità, nella propria villa, allo scrittore russo Aleksandr Solženicyn espulso dal regime dell’URSS comunista. Negli anni settanta, aderì al movimento pacifista. Morì nel 1985.

 

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