di Costanza Tannaro
“Com’è possibile essere indifferenti agli altri uomini? La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti. E’ uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro il nemico.”
Pablo Picasso
Una storia avvincente e straziante, un racconto che riporta, con cognizione di causa e grande documentazione, alla banalità del male, come Hannah Arendt aveva definito quel tempo.
Adolf Hitler, dittatore nazista e pittoruncolo, aveva diverse ossessioni. La più conosciuta, la supremaziadella razza ariana e l’odio per i diversi, ebrei in testa. Forse meno nota è quella per la pittura, per l’arte, quella che ovviamente non disturbava e anzi glorificava le sue gesta. Con lui, altri gerarchi condividevano questa passione in particolare Hermann Göring, luogotenente del Terzo Reich, suo principale collaboratore (se non ideatore) del sistema di sterminio della popolazione ebraica.
Nel 1937, quattro anni dopo aver preso il potere, il regime nazista organizza due mostre a Monaco: la prima contro la cosiddetta arte degenerata, “cosmopolita e bolscevica”, la seconda sull’arte ariana. Esposizioni precedute dalla razzia di opere classiche e moderne su precisa indicazione di Hitler e Göring nei musei pubblici e nelle collezioni private soprattutto di famiglie ebree tedesche. Razzie di opere d’arte che continueranno in tutta Europa seguendo i piani espansionistici del nazismo. Non solo. La cosiddetta arte degenerata serviva per far cassa al nazismo, denari che poi finivano soprattutto nelle tasche dei gerarchi come Göring. I saccheggi proseguono per tutto la durata della Seconda Guerra Mondiale. Collezioni private appartenenti a famiglie ebree sterminate nei campi di concentramento o, nella migliore delle ipotesi, fuggite in America, vengono così disperse. E, finita la guerra, sconfitto Hitler, ancor oggi gli eredi hanno difficoltà a recuperare ciò che è stato sottratto loro.
Con la voce e la passione di Toni Servillo, il documentario “Hitler contro Picasso e gli altri. Ossessione nazista per l’arte” parte da qui per raccontare e ricostruire quelle vicende. Lo fa con filmati originali usciti dalle cineteche tedesche, con documenti d’archivio recuperati da storici e studiosi dell’arte e soprattutto con la testimonianza dei pochi sopravvissuti e degli eredi e di quanti in questi ottant’anni dalle due mostre hanno combattuto per avere giustizia di quei misfatti. Rubare l’arte per il nazismo, infatti, era uno dei metodi per annientare chiunque – ebrei su tutti – non fosse parte integrante del sistema. Un racconto preciso, non retorico, reso sullo schermo con grande competenza tecnica.
Con un unico difetto, nelle sale cinematografiche ci sarà solo per due giorni. Il 13 e il 14 marzo 2018. A questo link l’elenco delle sale in tutta Italia:
http://www.nexodigital.it/hitler-contro-picasso-e-gli-altri/
Su soggetto di Didi Gnocchi, con la sceneggiatura di Sabina Fedeli e Arianna Marelli, la regia di Claudio Poli e le musiche originali di Remo Anzovino, “Hitler contro Picasso. L’ossessione nazista per l’arte“, secondo molti, ha molta più forza e spessore di Monuments Men , di e con George Clooney, film che affronta lo stesso tema.
Prodotto dalla 3D Produzioni e Nexo Digital con la partecipazione di Sky Arte HD nell’ambito del progetto della Grande Arte al Cinema con media partner Radio DEEJAY, MYmovies.IT e Arte.it.
L’evento al cinema è patrocinato dalla Comunità Ebraica di Milano.